Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore salentino, arrivato a Foggia per il concorso docenti 2024, ospitato da un suo vecchio amico dei tempi dell'università. Un testo che colpisce perché prova a sfidare i tanti stereotipi sulla città, difficile e complessa, ma anche con tante potenzialità.
LA LETTERA. Quando ho letto la convocazione relativa alla prova scritta per il concorso docenti 2024 non volevo crederci. Ho aggiornato più e più volte la pagina ma la destinazione scritta a caratteri cubitali era sempre la stessa: Foggia. La rabbia cresceva in maniera proporzionale al numero di refresh. Sapete, per un salentino, Foggia è distante, troppo nordica, una località quasi esterna alla Puglia. Un’altra regione insomma.
A dire il vero, ci ho messo un po’ a metabolizzare la cosa. Una volta che la calma e la razionalità si sono rimpadronite della mia mente, ho subito chiamato uno storico amico di università, foggiano doc, per chiedere conforto e ospitalità. Unico appiglio concreto nei confronti di una situazione che altrimenti non avrei portato a compimento: stavo addirittura pensando di non presentarmi più al concorso. Rivedere un vecchio e caro amico mi ha consentito di affrontare con meno livore le oltre 3 ore di treno ma anche la prova stessa. Non solo. Il giorno dopo la prova è stato per me motivo di lieto stupore constatare come Foggia, la tanto bistrattata Foggia, fosse in realtà una città viva, ben organizzata e, soprattutto, popolata da “foggiani gentili”.
Che dire! La prova scritta l’ho superata e, vivamente, spero che anche l’orale possa svolgersi in questa città: non solo mi ha portato fortuna ma ha anche (fortunatamente e inaspettatamente) mandato in frantumi stereotipi ed etnocentrismi poco edificanti.
Io da Foggia non sono fuggito ma ci ritornerò sia per Foggia che per i foggiani.
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