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Vuoi raccontare la tua storia? All’Auser parte il laboratorio di linguaggio multimediale

Ridare luce e visibilità al passato, raccontando la memoria. È questo l’obiettivo de ‘L’immagine militante’, laboratorio di linguaggio e produzione multimediale dell’Auser di Foggia, sotto l’egida dell’Università della Libera Età ‘Silvestro Fiore’ e del sindacato pensionati Spi Cgil di Capitanata. Coordinato da Geppe Inserra, già direttore artistico del Festival del Cinema Indipendente, il laboratorio si articola in momenti di formazione all’uso delle tecniche e degli strumenti multimediali ed attività di produzione vera e propria orientata alla narrazione, allo storytelling, per usare un termine molto alla moda oggi. 

IL LABORATORIO. Venerdì 16 febbraio, alle ore 18.00, nella sede dell'Auser (via Libera 38) è in programma l'appuntamento inaugurale del corso-laboratorio di linguaggio multimediale, con la partecipazione del regista Antonio Fortarezza, autore di diversi documentari come ‘Le barche sono come i corpi - testimonianze di viaggio migrante’, ‘La filiera non etica’ ed altri lavori. “In fondo – ha detto Geppe Inserra - lo storytelling non è altro che il racconto della memoria, di ciò che ci portiamo dentro, attraverso la fusione di diversi strumenti di comunicazione: la parola, l’immagine fotografica, il filmato, la musica. Nel laboratorio cerchiamo di fare in modo che, raccontando se stessi, i partecipanti raccontino l’identità, la memoria del luogo, della comunità, della nostra terra, attraverso questi strumenti”. 

I TEMI DEL CORSO. Sono diversi i temi che saranno affrontati nel corso del laboratorio, la cui iscrizione è gratuita e può essere effettuata anche direttamente nella sede dell’Auser prima degli incontri. La violenza sulle donne, le video-poesie in italiano e in dialetto di Raffaele De Seneen, Bruno Caravella e Antonio Basta, il racconto della vita di don Antonio Silvestri nella suggestiva location della cripta della chiesa di Sant’Eligio, le struggenti immagini di Foggia e del Gargano del passato. La caratteristica che collega le diverse videostorie è l’utilizzazione di materiali ‘poveri’: fotografie, filmati realizzati con il cellulare, utilizzazione di colonne sonore e materiali non coperti da copyright, per fare in modo che “ognuno possa raccontare la sua storia, che è poi l’obiettivo del corso e del laboratorio”. 
E.B.

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di Redazione 


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