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Traiano, "un cognome che profuma di dignità"

“Mi chiamo Alfredo Traiano e questa storia parla di me”. È questo l’incipit che introduce alla visione del cortometraggio - documentario di Lorenzo Sepalone “Nel cognome che ho scelto”. Un racconto drammatico, sofferto ma mai retorico. Lo fa Alfredo Traiano, rievocando i due atti criminosi che hanno segnato per sempre la sua vita.

LE EMOZIONI. Lascia senza parole la narrazione che si fa cronologia e memoria storica, occorre del tempo per metabolizzare i sentimenti che ti pervadono a ogni frame. Provoca rabbia, dolore, empatia, dolcezza infinita quando sullo schermo appare il viso dolcissimo di Giovanna, mamma del giovane e moglie di un uomo violento e assassino. Una donna sorridente e, sicuramente, felice nelle pose con il suo bambino che ha deciso di proteggere denunciando quell’uomo. L’uomo nero, così come veniva chiamato, cerca di trascinarla nell’abisso della sua violenza. Purtroppo ci riesce, mettendo la parola fine a quella storia di violenza domestica nel più orribile dei modi: uccidendola il 21 febbraio del 2003.

LA STORIA. La vita può essere davvero crudele e non lesina sul dolore da infliggere ancora ad Alfredo, rendendolo “orfano” anche dello zio brutalmente aggredito in una rapina nel suo bar: una furia inaudita ha investito Francesco Traiano quel maledetto 17 settembre del 2020. L’uomo era diventato per il giovane un fratello, un amico e confidente: muore in ospedale dopo ventitré giorni d’agonia.

L'IMPEGNO. Da tempo in questa città la criminalità, ordinaria e organizzata, fa sentire la ferocia di cui è capace. Le strade di Foggia sempre più spesso si tingono del sangue di vittime innocenti, si lastricano delle tante lacrime di chi viene lasciato a vivere un dolore incomprensibile e devastante. Una scrittura dolorosa per questo documentario, uno scossone alla propria coscienza per ogni frase. Parole che giungono come sfilettate al cuore e alla pancia. Alfredo ha incontrato il dolore più forte, ha provato anche il desiderio di scappare da esso. Fuggire da una terra ingrata e matrigna. Ha deciso invece di invertire la rotta di questo desiderio traendo dalla sua sofferenza frutti di coraggio, gli stessi dei nonni eroi che lo hanno cresciuto, ma prima ancora dalla mamma che con quella denuncia, volendo salvare il figlio, ha firmato la sua condanna a morte. Un ragazzo che combatte tutti i giorni una battaglia contro ogni forma di violenza. Una perenne testimonianza rivolta soprattutto alla gente perbene, stanca della sopraffazione e del crimine che si consuma per le vie della città e ai giovani, futuro possibile di legalità e giustizia.

I PROGETTI.  Alfredo è entrato nel cuore dei foggiani, la sua storia è diventata quindi un mirabile lavoro del regista e sceneggiatore cinematografico Lorenzo Sepalone, prodotto da Sguardi Liberi per il progetto “Motore Ciak Azione”, organizzato dalla Scuola Media Giovanni Bovio di Foggia, coordinato con l’Istituto Michele Lecce di Manfredonia. Un’iniziativa realizzata nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola e promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il cortometraggio della durata di 15 minuti ha vinto il Primo Premio nella sezione 'MiniDoc' durante la venticinquesima edizione del festival internazionale 'Inventa un Film' di Lenola (Latina). Il regista è autore anche di altre pellicole che hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti: "La Luna è sveglia" e "Ieri e Domani". Il penultimo lavoro “Insieme” è un cortometraggio contro la violenza di genere, prodotto dall'associazione Impegno Donna con il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Preziosi contributi divulgativi sociali, come prezioso l’impegno di Alfredo Traiano che ha scelto volutamente di portare un cognome che profuma di dignità: “Nel cognome che ho scelto c’è la storia di mia madre, c’è la storia di mio zio, c’è la mia storia”.
(Cinzia Rizzetti)

di Redazione 


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