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Incarichi e sanzioni: la replica del sindaco di Foggia, Franco Landella

“La notizia riguardante il mio presunto mancato rispetto della sanzione dell’ANAC inerente l’impossibilità di conferire incarichi per tre mesi, legata alla vicenda dell’elezione di Angelo Riccardi a presidente del Consorzio ASI, pubblicata oggi dalla Vostra testata, contiene elementi non corretti e non veritieri. Il divieto di conferimento di incarichi, infatti, è riferito esclusivamente alle nomine riguardanti il Consorzio ASI, tra l’altro recentemente commissariato. Non si tratta dunque di un divieto di ordine generale”.

LA RISPOSTA. Franco Landella risponde così alla notizia pubblicata dalla nostra testata nella giornata di ieri relativa alla sanzione di inibizione ai sensi dell'art. 18 comma 2 della legge 39/2013, comminata nei suoi confronti e di altri sei esponenti politici dal responsabile della prevenzione e corruzione dell'Asi, Arcangelo Marseglia, a seguito della contestazione dell'Anac riguardante il conferimento dell'incarico di presidente ad Angelo Riccardi.

LE MOTIVAZIONI. Il primo cittadino ha l'occasione di chiarire i motivi per cui ritiene di poter proseguire ad effettuare nomine e conferire incarichi di competenza. La tesi è quella che la sanzione inibitoria sarebbe limitata esclusivamente all'impossibilità di conferire incarichi all'interno del consorzio Asi. L'assunto è legato a un'interpretazione estremamente letterale e restrittiva della norma che, alla luce di quanto accaduto in casi analoghi, sembra decisamente minoritaria. D'altra parte, se fosse realmente così, le norme in tema di anticorruzione finirebbero per avere una portata alquanto limitata.

I PRECEDENTI IN ALTRI CASI. L'Anac si è pronunciata in numerose occasioni in medesime situazioni sempre nel senso che la sanzione è riferita a tutti gli incarichi di competenza del soggetto responsabile, non solo a quelli riferiti all'organo in cui è avvenuta la nomina illegittima. È accaduto, ad esempio, con la delibera 569/2017 e più di recente con la delibera 208/2019 con le quali si è ordinato, ai responsabili della prevenzione e corruzione interessati, di sanzionare i soggetti responsabili precisando che ciascuno di essi non avrebbe potuto per tre mesi “conferire tutti gli incarichi di natura amministrativa di sua competenza”.

LA PRUDENZA. Ci siamo, pertanto, limitati a riportare un fatto oggettivo: attualmente il sindaco Landella è inibito per tre mesi dal conferire tutti gli incarichi di natura amministrativa di sua competenza (secondo le indicazioni che dà l'Anac) ma ha inteso proseguire con le nomine. Il sindaco ha chiarito la sua posizione ma – riporta la nota - “non ‘sfida’ l’ANAC in alcun modo”. Ne prendiamo atto evidenziando, tuttavia, che la posizione assunta rischia, con molta probabilità, di aprire un nuovo contenzioso con l'Autorità anticorruzione sulla portata della sanzione. In questo senso abbiamo usato il termine, volutamente virgolettato, di 'sfida'. Se l'Anac dovesse confermare il proprio orientamento di estensione ad ogni incarico cosa potrà accadere? Per carità, nessuna certezza in un tema che solo da qualche anno ha registrato casi giurisprudenziali. Ciò nondimeno, era proprio necessario esporsi a questo 'pericolo'?

GLI ALTRI SOGGETTI. La nota precisa che non solo il sindaco Franco Landella ma altri sei esponenti politici sono incorsi nella sanzione. Si tratta di un'elencazione ridondante in quanto gli stessi sono stati resi già da noi noti in una precedente notizia. Abbiamo registrato, tuttavia, una differenza di comportamento tra il sindaco e gli altri soggetti sanzionati che hanno preferito assumere un comportamento cautelativo. Non è un caso, per esempio, che il presidente della Camera di Commercio di Foggia, Fabio Porreca (anche lui coinvolto) abbia preferito giustificarsi ed assentarsi nella giunta dello scorso lunedì, lasciando che a firmare i provvedimenti fosse il suo vice Francesco Schiavone.

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di Michele Gramazio


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