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Foggia e il ricordo di Monsignor Farina, il vescovo "santo in vita"

L'articolo di Salvatore Agostino Aiezza

Sono passati 62 anni da quel sabato, 20 febbraio 1954, quando si spegneva a Foggia, in odore di Santità, Monsignor Fortunato Maria Farina, uno degli uomini più amati di tutti i tempi dal popolo foggiano e di tutta la provincia. Vescovo di Troia, dal 1919, e di Foggia dal 1926, dopo le sue dimissioni, per i gravi problemi di salute, venne insignito del titolo di Arcivescovo titolare di Adrianopoli e Onoriade.

L'UMANITÀ. Da sempre venerato dai suoi concittadini, di Monsignor Farina si ricordano le numerose opere di bene: furono proprio la sua grande umanità, ma anche fermezza, e capacità di coinvolgere e parlare al popolo che gli fecero riconoscere doti di “Santità in vita”. Tra le opere lasciateci in eredità, ricordiamo gli ammodernamenti e ampliamenti della Cattedrale (canonica, sacrestia, vetrate), il Seminario e il Piccolo Seminario su Via Napoli. Ma, del Venerato Monsignor Farina resterà per sempre, indelebile, nella memoria di tutti i foggiani, il suo intervento, fisico e materiale, durante i giorni dei tragici bombardamenti della nostra città, a favore delle vittime e dei superstiti. Sua fu l’accorata e struggente relazione che nel 1943, subito dopo i disastrosi bombardamenti di luglio e agosto, davanti ad una città distrutta e deserta, inviò a Sua Santità Pio XII, per informarlo delle terribili condizioni nelle quali si trovava la popolazione foggiana.

IL FUNERALE. E i foggiani, di tutta la provincia, non mancarono di tributargli tutti gli onori in occasione dei funerali celebrati il successivo il 22 febbraio, lunedì, nella cattedrale, dove il corpo di Monsignor Farina venne traslato dalla vicina diocesi. Trasportato a spalla dai religiosi, ai suoi lati vi erano dieci carabinieri in alta uniforme (come ricordano i giornali del tempo). Alle solenni esequie erano presenti tutte le Autorità: Religiose, Civili, Militari e Politiche, non solo di Foggia e della provincia, ma anche dei gran parte della Puglia, dell’Abruzzo e della Campania, sua terra natia. I funerali furono officiati dal Vescovo Monsignor Amici, mentre l’elogio funebre venne fatto da Monsignor Armando Fares, Arcivescovo di Squillace e Catanzaro.

LA VENERAZIONE. Le spoglie del Vescovo “buono” e amato dai foggiani, riposano nella nostra Cattedrale e sono oggetto di venerazione da parte di tantissimi fedeli. (Nella foto del" Foglietto" del 25/2/1954, l’articolo dedicato all’evento: da "Emeroteca culturale puglia")

L'AUTORE. Salvatore Agostino Aiezza

di Redazione 


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