Nuovo appuntamento con la rubrica della psicologa e psicoterapeuta Francesca Tucci
Quando parliamo di disturbo mentale non stiamo trattando una categoria ben definita. Io posso, ad esempio, soffrire da anni di depressione al pari di te, ma il modo in cui io mi sento triste e apatico non sarà mai uguale al modo in cui tu senti tristezza e rassegnazione. Non si tratta di un’etichetta che stabilisce chi sei, quali sono i tuoi limiti e in che modo ti rappresentano. Il disturbo mentale è una forma di disagio, di sofferenza che ad’oggi non ti permette di vivere come vorresti. Esso è l’espressione creativa di vissuti, traumi, dolori ed esperienze che hanno influenzato la formazione di schemi mentali, idee su di te, sul mondo e sugli altri; in termini analitico transazionali, tutto ciò che hai vissuto ha prodotto il tuo copione di vita, la tua storia, il tuo racconto.
I "PAZZI".Siamo portati, per deformazione culturale, a fare continue distinzioni tra chi è sano e chi è pazzo: “Lui è troppo accelerato, lei è troppo lenta”; “Lei vede cose che non esistono, lui è ossessionato dalla realtà”; ” lui si sente perseguitato, lei manca di considerazione”; ” Lei è sempre troppo felice, lui si deprime per niente”.
UMANITA' AUTENTICA.Ci muoviamo in un insipido dualismo che non sempre ci permette di cogliere le cose per come sono, di guardare alla sofferenza come ad una forma di umanità autentica che necessita di comprensione, vicinanza, amore e che va ben oltre precisi e asettici incastri di un puzzle che non ha colori. Una forma di bellezza collaterale che si esprime delicatamente e che si manifesta solo dinanzi ad occhi in grado di vedere.
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