Stampa questa pagina

"Mi porti un litro e mezzo di latte?": operazione antidroga, 7 arresti

Agenti della Polizia di Stato appartenenti al Commissariato di P. S. di San Severo e alla Squadra Mobile di Foggia, a conclusione di attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, nella notte compresa fra lunedì 25 e martedì 26 marzo, hanno eseguito 7 misure cautelari, di cui sei in carcere e una agli arresti domiciliari, nei confronti di Nicola Forte (classe 1982) detto “Tortellino”, Raffaella Florio (classe 1993, moglie di Forte), Giuseppe Santarelli, classe 1980 detto “Cecato”, Matteo La Pietra, classe 1983, detto “Vaccarill”, Juri Bocola, classe 1997, Matteo Russo, classe 1986, detto “Frichicchj” e Leonardo Florio, classe 1994, con l’accusa di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. 

IL MERCATO DELLA DROGA. Le indagini, che riguardano condotte illecite che si sono verificate a San Severo fra febbraio e maggio dell’anno scorso, hanno permesso di ricostruire i traffici delittuosi posti in essere dagli indagati, che avevano creato in San Severo un vero e proprio mercato della droga. Le attività sono iniziate a seguito di un semplice controllo su strada operato il 18 gennaio 2018, nei confronti di Daniele Gemma, il cui atteggiamento sospetto aveva spinto gli agenti a un controllo più accurato, trovando in suo possesso circa mezzo chilo di eroina, oltre a una discreta quantità di denaro. Sono stati intensificati i controlli e individuate alcune persone dedite alle attività di compravendita di sostanze stupefacenti, accertato il loro modus operandi, i luoghi di spaccio, i clienti e le fitte relazioni con gli stessi indagati: gli assuntori spesso provenivano da fuori città. 

I CONTROLLI. Sono stati identificati anche una trentina di acquirenti e 25 persone sono state denunciate all’A.G. e/o segnalate al Prefetto per illecito amministrativo. Le attività si sono basate soprattutto sulle intercettazioni telefoniche, corroborate da numerosi riscontri, che hanno permesso di sequestrare anche diverse quantità di stupefacente (50 gr. cocaina, 18 kg hashish, 500 gr. eroina, 14 kg marijuana). Il riscontro più importante è stato il sequestro di droga operato il 4 maggio scorso ai danni di Bevilacqua Vincenzo, a cui sono stati sequestrati 30 chili di marjuana e hashish presso un locale in uso al predetto, ritenuto luogo di deposito dal quale gli indagati prelevavano la droga. 

I GRUPPI. L’indagine si è concentrata su quattro gruppi di persone tutte dedite allo spaccio di stupefacenti. Un primo gruppo riguardava Forte, la moglie e Santarelli. Il primo svolgeva il ruolo di “Capo”, mentre la moglie Raffaella e il “fido” Giuseppe Santarelli erano i suoi più stretti collaboratori e lo aiutavano nella gestione della vendita dello stupefacente. Dalle attività di indagine sono emerse altresì delle responsabilità penali a carico di La Pietra, cha agiva in un altro gruppo, dove svolgeva la mansione di pusher, portando la droga agli acquirenti per conto di terze persone. A un terzo gruppo appartenevano invece Bocola e Russo, anche questi con ruoli di intermediazione e consegna dello stupefacente, anche direttamente a casa dell’acquirente. Altro indagato e sottoposto agli arresti è Leonardo Florio, avulso ai predetti gruppi, che svolgeva le attività di spaccio in proprio. 

LE INTERCETTAZIONI. In merito ai tratti caratteristici dei gruppi, è possibile stabilire che al loro interno vi erano persone legate fra di loro, a volte secondo un vincolo familiare, a volte solo amicale, il cui fine era quello di porre in essere attività delittuose in materia di cessione di sostanze stupefacenti.  Il modus operandi prevedeva per tutti i gruppi che il cliente facesse l’ordine al telefono: ovviamente si parlava in modo criptico, tipico degli ambienti malavitosi; poi la dose veniva ceduta o direttamente presso l’abitazione degli indagato o talvolta veniva portata a domicilio. Dall’indagine è emerso che le attività di spaccio e di approvvigionamento avvenivano in modo “liberalizzato”: non sono emerse, quindi, spartizioni territoriali fra i vari gruppi, che potevano agire senza vincoli di sorta. Gli appartenenti al gruppo non erano soggetti a imposizioni e/o affiliazioni: ogni spacciatore non risultava legato in modo indissolubile ad un sodalizio criminoso. Non vi erano restrizioni neanche per le tipologia di droga che si doveva mettere sul mercato.

di Chiummarulo Potito


 COMMENTI
  •  reload