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Quando a Foggia, per la transumanza, arrivava U’ bruzzesielle IL RACCONTO

Nuovo racconto firmato da Ettore Braglia

Al primo alito di bora autunnale, il pastore abruzzese scende dai suoi monti, per svernare con le greggi nel Tavoliere delle Puglie. È la transumanza delle pecore che ogni anno da secoli si ripete al suono, lento e monotono dei campanacci portato al collo dai montoni. Le carovane attraversavano il Molise e i tratturi dauni, sfilando per vie periferiche di borghi e città, tra nugoli di polverone accecante: vero tormento dei pedoni e conducenti, quando le nostre strade di campagna non erano ancora bituminose. 

I FIGLI. Nel lungo viaggio a piedi, molti anni fa i pastori si facevano accompagnare dai figli, che badavano alle salmerie. Erano ragazzi dai dieci ai quindici anni che, i padri "si tiravano dietro", certi di collocarli con l'incarico di domestici presso famiglie foggiane di ceto medio. Spesso erano proprio queste che, a fine ottobre, si premuravano di cercare “ u bruzzesielle”; poiché il Demetrio, Damiano, Eleuterio, Temistocle, Benedetto, Cesirio, benché giovanissimi, rendevano un ottimo servizio, specialmente nel custodire i bambini. 

IL RAPPORTO. Il “contratto” terminava presto, durante la sosta del gregge, accompagnato fuori porta Lucera. Le condizioni erano conosciute: tre o quattro lire al mese, vitto, alloggio, pulizia,vestito e scarpe nuovi alla Fiera di maggio. I bruzzesielle, in ogni famiglia, si facevano ben volere, per cui erano trattati alla pari dei loro figli, e in considerazione della loro tenera età, erano risparmiati dai lavori non adatti e pesanti. Non pochi di loro, che annualmente, erano tornati nella medesima casa, fatti giovani non riuscivano a staccarsene, rinviando di anno in anno, l’allontanamento definitivo, per, poi, passare alla pastorizia. 

LA PARTENZA. Arrivato il giorno della partenza, i bruzzesielle non intendevano ritornare a casa, malgrado si presentasse ai loro occhi il piccolo gruzzolo accumulato dalle paghe mensili e il vestito già confezionato. Pur desiderando riabbracciare con tutto il cuore la mamma, essi sarebbero voluto restare ancora con la famiglia di adozione. Il distacco delle volte commuoveva e spesso si svolgeva tra la tenerezza dei grandi e i pianti dei bambini, provati del loro compagno di giochi. Si tranquillizzavano soltanto dopo le rassicurazioni dei genitori di rivedersi nell’autunno successivo. Non è facile accertare la vera causa della rarefazione d’u’ bruzzesielle fino al disuso: pensiamo vi abbiano influito le prime lotte operaie per ottenere migliori salari e più confacenti condizioni di vita.
(a cura di Ettore Braglia)

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di Redazione 


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