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I pupari a Foggia: l'opera degli Strazzulli

Il nuovo racconto di Ettore Braglia

In questo nuovo appuntamento con la storia e la tradizione di Foggia, Ettore Braglia ci porta alla scoperta dell'Opera dei Pupi della famiglia Maldera, soprannominata "Strazzulli". Come una piccola Broadway, anche il teatro delle marionette ebbe a Foggia, durante il periodo bellico, il suo piccolo momento di notorietà. 

LE TAPPE. Il teatro delle marionette o dei pupi, in realtà, molto probabilmente, fu presente a Foggia già nel Settecento con qualche sporadica rappresentazione, soprattutto in occasione della grande fiera di Maggio. Nell’Ottocento, prese dimora nella nostra città una compagnia di pupari, che stabilì il suo piccolo palcoscenico in un locale in Vico Teatro, stradina che scorre proprio accanto al più grande teatro cittadino dedicato a Umberto Giordano. I pupari realizzavano i propri spettacoli in questo locale, già utilizzato un tempo come deposito per le carrozze del municipio, che aveva allora la sua sede presso il vicino Palazzo Arpi, sopra l’omonima porta della città. 

LE PICCOLE MARIE. Le marionette derivano il loro nome dalle “piccole Marie”, raffigurazioni sacre antenate dell’arte dei pupari, sostantivo con cui le “piccole Marie”, governate da corde e fili di ferro ebbero maggior successo, trasformandosi col tempo in sceneggiature di piccoli pupi ispirate ai poemi come “La canzone di Orlando”, “La Gerusalemme liberata” e altri. Notizie certe del teatrino delle marionette e della sua attività si hanno a Foggia col nome di “Opera di Strazzulli” dal nome del proprietario del locale. Abili pupari realizzavano le marionette e le animavano per i frequentatori del piccolo teatrino, soprattutto ragazzi con pochi spiccioli da spendere. 

GLI AMERICANI. A partire dal 1943, per alcuni anni, con l’occupazione militare di Foggia, non mancarono tra gli appassionati delle marionette anche parecchi soldati americani ed inglesi. Pubblicato proprio per loro ed in lingua inglese il periodico “Foggia Occupator” dedicò in un suo numero del dicembre 1946 un articolo alla “Strazzy Opera”, com’era chiamato dai militari americani. Nel pezzo viene descritto dapprima il proprietario del piccolo teatro, chiamato col diminutivo di: “Strazzy” e definito come un “little man of 50 Italian Years, creator and the manager of the oldest theatre in Foggia”, un piccolo uomo Italiano di 50 anni, creatore e manager del più vecchio teatro in Foggia, in una sola stanza con sedie e panche e piccoli attori di legno con costumi greci, romani, corazze, scudi, elmi piumati e piccole spade, mossi dalle mani di “Strazzy” , nascosto al pubblico.

A FINE RAPPRESENTAZIONE.  L’anonimo articolista, dopo aver apprezzato il piccolo teatro dei pupi, mette però in guardia gli eventuali spettatori su ciò che accadeva alla fine delle rappresentazioni, vere e proprie guerre tra le diverse tifoserie di Orlando, oppure di Rinaldo, o dei Saraceni, che impegnavano i ragazzi in lanci di frutta marcia, uova, sassi e scarpe, bastoni ed a volte vere e proprie risse per difendere l’onorabilità dei propri beniamini. Un piccolo, ma violento auditorio da stadio, mentre il povero Strazzullo cercava di calmare gli animi portando in scena, prima di chiudere lo spettacolo, brevi sceneggiate comiche…e tutto finiva in risate e…taralluzz e vin !
(Ettore Braglia)

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di Redazione 


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