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Savino e i tulipani da donare: si scrive solidarietà, si legge pubblicità   

Premessa: sarà l'ultimo articolo (si spera) sul caso Savino. Perché fedele al concetto del "bene o male purché se ne parli", l'imprenditore agricolo riesce sempre a trascinare nelle discussioni che lo riguardano, accrescendo così il suo livello di visibilità. Lo ha fatto anche con l’ultimo video (visibile sulla pagina Facebook della Cascina), in cui le lacrime hanno lasciato il posto ai sorrisi e alla filosofia del Creato. Stavolta il set cinematografico non è drammaticamente divertente come il primo video, quando ogni dettaglio venne curato mei minimi particolari: l'inquadratura del volto, con le lacrime che si mischiavano ai chicchi di grandine, indugiando sulla disperazione dell'agricoltore colpito e non sui reali protagonisti, i tulipani (e c'è anche chi ha messo in dubbio che fossero realmente distrutti).

LA RACCOLTA FONDI. La coltura del tulipano che cede il passo al culto di se stesso. Perchè diventa difficile, se non impossibile, intavolare un discorso concreto se alla questione delle questioni - il punto relativo al 'rischio di impresa' - Savino replica così: "Non vogliamo azzerare il rischio d'impresa, noi vogliamo fare un'impresa". A giocare con le parole Savino è molto bravo, gli va riconosciuto. Ma i contadini sono gente pratica e anche lui, da buon agricoltore, alla fine vuole vedere il risultato: il raccolto. E raccoglie, Savino, eccome se raccoglie. In pochi giorni la sua petizione online ha superato la (simbolica) cifra di 15mila euro messa come obiettivo e ha sfiorato i 30 mila, prima di essere interrotta dopo le polemiche seguite all'articolo di Selvaggia Lucarelli (altro surreale cortocircuito della vicenda, in un Paese che necessita dell'intervento di una giornalista/influencer per capire come pensarla).

COSA FARE DEI SOLDI. Filosofie e congetture a parte, si arriva alla questione pratica: cosa fare dei soldi raccolti. E anche qui Savino architetta un bluff da stratega di marketing. Il 29 marzo scrive questo: "Abbiamo deciso di utilizzare 15.000 € per il prossimo campo che saranno rendicontati con fattura di acquisto bulbi, il resto lavoro, tempo, coltivazione, arature, piantumazione li sosterremo con le nostre forze. Mentre la restante somma 11.956,54 € (il totale al netto del processore di pagamento è di 26.956,54 €) sarà investita in azione di sostegno alla città e alle associazioni per provare a fare qualcosa per cambiare il nostro territorio. Ve ne daremo anche qui notizie sui social e dettaglieremo tutte le azioni di sostegno".
Qualche giorno dopo, si cambia: "Col vostro aiuto vorremmo piantare 20.000 bulbi di tulipani in 200 scuole italiane. Vorremmo far arrivare un bulbo ad ogni bambino/a, giovane, creando la più grande coltivazione di tulipani d'Italia, da cui possa nascere, per chi riceverà il bulbo, un percorso pedagogico e allo stesso tempo psicologico dove ogni elemento diventerà terapeutico e al tempo stesso di insegnamento". Quindi: non più il coinvolgimento delle associazioni (e della propria città), ma una esportazione del brand Cascine Savino, perchè, di fatto, "il pack conterrà la storia di Cascina Savino e di Vazapp che con #TulipanidiPuglia ha visto nascere il primo campo di tulipani in Puglia" e, tra le altre cose, un "format per racconto sui social dell’esperienza".

LO ZERO A ZERO. Non è solidarietà, è pubblicità. E si paga, non si incassa. Ma se Savino insiste a dire che "Non tratterremo nulla, moltiplicheremo tutto", sta parlando del suo brand. Ecco perché questo articolo sarà l’ultimo sul tema. Perché la solidarietà si fa in silenzio e l’auspicio è che ora Savino mandi i tulipani in giro per l’Italia donando sorrisi e gioia senza chiedere nulla in cambio e senza la pretesa – com’è avvenuto per le donazioni agli ospedali finanziate da sottoscrittori ma passate mediaticamente per iniziativa personale della Cascina – di immortalare ogni momento. E magari evitando quei continui riferimenti “alla patria dello zero a zero dove se qualcuno fa qualcosa bisogna farglielo azzerare”. Le citazioni di persone dalla statura morale come Guglielmo Minervini andrebbero dosate col contagocce, anche perché a Foggia c’è qualche imprenditore che, rimanendo sulla metafora calcistica, vuole vincere a tavolino.

di Redazione 


 COMMENTI
  • FABIO

    07/04/2023 ore 16:08:50

    La faziosità di questo articolo è disarmante, spero abbiate finito di lapidare le persone che si sono permesse di chiedere aiuto. C'è chi ci mette la faccia e chi si nasconde dietro la firma "La Redazione". Avrei piacere di sapere il nome dell'articolista ma pare che lui non abbia piacere di farcelo sapere. Lo chiamerò "leone da tastiera"
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