Il video di Iaccarino è un classico esempio di cyberbullismo
L’intervento dell'editrice Donatella Caione
Sulla vicenda del video del Presidente del Consiglio Comunale di Foggia Leonardo Iaccarino e della querelle col sindaco Franco Landella ospitiamo un intervento di Donatella Caione, fondatrice di Matilde Editrice ed esperta di comunicazione online.
IL VIDEO. Credo che tutte e tutti noi abbiamo fra le nostre conoscenze e i nostri contatti whatsapp una di quelle persone che inviano messaggi, con video o meme, che intendono provocare una risata facile dileggiando o offendendo. A volte deridono le donne, a volte sono a sfondo razzista o omofobo, a volte dileggiano le persone con disabilità. Si sentono degli spiritosoni ma non si rendono conto che quel che fanno ha un nome ben preciso, si chiama cyberbullismo. È il caso di un video che ha circolato nei giorni scorsi soprattutto sulle bacheche facebook dei miei concittadini, insomma nella bolla social di Foggia. Io non l'avevo ricevuto, evidentemente devo riconoscere di saper scegliere gli amici anche in rete, ma ne sono venuta a conoscenza diversamente, ora vi racconto. Intanto spiego che nel video, che ovviamente non linkerò, si vede un giovane uomo, disabile mentale, noto in città, che, facendo degli strani movimenti, ripete la frase “non è una barzelletta”. C'è poco da dileggiare, vedere il video non mi fa ridere, mi fa provare pietà per lui e disgusto per chi lo diffonde. Detesto il bullismo, le discriminazioni, il cyberbullismo (di cui sono stata anche vittima quando ho cercato di “smontare” un potente cyberbullo della rete) e dedico il mio lavoro e la mia attività di volontaria a contrastarlo.
ESEMPIO DI CYBERBULLISMO. Il video è uno degli esempi da portare come testimonianza nella lotta al cyberbullismo. Dunque, quando ho visto il Presidente del Consiglio Comunale di Foggia nel video in cui si divertiva a sparare con una scacciacani non ho capito perché ripeteva, facendo uno strano balletto, “non è una barzelletta”. La mia attenzione, come quella di tante e tanti miei concittadini, si è concentrata sull'atto dello sparare. Terribile. Sì perché in una città che sta pagando caro l'essere nelle mani della malavita organizzata, in cui un esponente di essa negli stessi minuti intorno alla mezzanotte sparava dei colpi di pistola augurando buon anno “alla malavita foggiana”, una città in cui ogni gesto e ogni atto di tutte e tutti noi e ancor più di chi ha responsabilità politiche dovrebbe andare nel senso di contrastare la cultura della violenza, di cui una pistola che spara è l'emblema, il fatto che il Presidente del Consiglio Comunale dia quest'esempio era già di per sé gravissimo, al di là di ogni immaginazione, di ogni idea dell'etica politica, del rispetto, della consapevolezza del suo ruolo e di quello che stava facendo.
COSI’ FAN TUTTI. Poi siamo stati distratti da altro, le scuse, poi ritirate, le giustificazioni impossibili, il linguaggio sgrammaticato usato, le dimissioni, anche queste poi ritirate, il cercare di ribaltare la situazione arringando i suoi “fan” perché diventassero protagonisti di una improbabile campagna in sua difesa, fino ad arrivare al tirare dentro altri politici (che sicuramente puri non sono) per fare il solito calderone del “così fan tutti” e “gli altri non sono meglio di me”. Non faccio fatica a credere che molti altri non siano meglio e infatti è nata una gara all'insulto, portando dentro padri, cognate, figli... che può avere il solo risultato positivo di aprire gli occhi alla cittadinanza su chi da anni governa questa città martoriata dalla mafia, ultima nelle graduatorie italiane sulla qualità della vita, che già dalle sue strade dissestate mostra chiaro il degrado in cui è stata trascinata, nonostante sia ricca di persone competenti, intelligenti, colte, appassionate che da tempo ormai si sono quasi arrese nella battaglia contro la “bruttezza”.
IL DILEGGIO AL DISABILE. Ma torno al video, a quella frase, che viene ripetuta, che dileggia il disabile. E non posso non immaginare che il “nostro” Presidente del Consiglio Comunale sia una di quelle persone che, un po' come l'amico sciocco che tutte/i abbiamo, incurante del suo ruolo che dovrebbe suggerire ben altri comportamenti etici e morali, fa girare video e meme discriminanti per farsi quattro risate con amici suoi pari. E c'è altro, ci sono le risposte che il Presidente del CC ha dato su Facebook ad alcuni concittadini che condannavano il suo gesto, bruttissime da ripetere, da perfetto cyberbullo. Non le ripeto ma abbiamo gli screenshot. Io invece mi sono beccata su Instagram altri terribili insulti da un suo “anonimo” difensore, dello stesso tenore. Sappiamo bene come sia efficace l'esempio, sia da un padre verso il figlio, che d un consigliere verso chi lo ha eletto.
NON E’ UNA BARZELLETTA. Ebbene sì, “non è una barzelletta”, questa è la gente che amministra la città di Foggia. E “non è una barzelletta” che in tanti ci ridano insieme, sottovalutino, scusino, magari usando il solito benaltrismo o la solita modalità del tanto “lo fanno tutti”. Ebbene no, c'è chi a Capodanno non sparava, chi insegna ai figli che solo il gesto dello sparare è terribile, chi contrasta le discriminazioni, chi pensa che Foggia potrà tornare d essere “bella” quando ci saremo liberate/i di certa politica, riscoprendo anche la bellezza della politica intesa come portatrice di etica, di rispetto, di consapevolezza, di buone pratiche, di esempio. La politica del cyberbullismo non la vogliamo, vogliamo invece la politica che contrasti il bullismo, il cyberbullismo, la violenza, la malavita, la mafia.
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