Foggia Village / Marionette e burattini, dall'Opera degli Strazzulli al Teatro del Pollaio
La recensione dello spettacolo "Una notte da Mito"
Entra nel vivo con questo articolo la rubrica "Foggia Village*" curata da Giuseppina Dota
PROTAGONISTI, TEMPI, LUOGHI. Sottrarsi al tepore della combo TV+divano della domenica pomeriggio in una giornata piovosa di autunno potrebbe sembrare eroico… No, aspe’, anche no. In effetti con i palinsesti televisivi pomeridiani attuali, uscire di casa è imperativo. Finisce così che ti trovi alla prima esilarante di una stagione sui generis: Una notte da Mito, spettacolo ideato e messo in scena dal Teatro del Pollaio – Compagnia dell’Accade. Nella piccola sala Locus Mirabilis, inaugurata il mese scorso, pertinenza accogliente e ben organizzata della nuova sede della storica libreria FumettoSmania, in via Baria Foggia, riprende vita il teatro di figura, ossia quello in cui l’interpretazione è affidata a marionette, burattini, ombre.
IL TEATRO DI FIGURA. Proprio di queste rappresentazioni, la forma teatrale più antica, parliamo con Rosanna Giampaolo, coautrice in questo caso dello spettacolo, animatrice del pupazzo protagonista, Nonna Ersilia, e anima della compagnia. Rosanna ci racconta che, fino a prima dell’avvento della televisione, il teatro di figura è stato una forma assai popolare di intrattenimento destinata a un pubblico eterogeneo, un momento di evasione la cui importanza non si è mai scalfita, neppure in momenti tragici nella nostra storia: a Foggia, per esempio, frequentatori abituali della celebre Opera degli Strazzulli, compagnia teatralela cui eco ancora ritorna nella memoria e nei racconti dei foggiani più anziani, erano negli anni di guerra, tra gli altri, gli Alleati, affascinati da quelle messe in scena animate da pupi e guarattelle, peculiarità italiane del teatro di figura, nate nelle tradizioni rispettivamente siciliana e napoletana.
VERGA. Tradizioni e fascinazioni che ci sono state consegnate dalla letteratura Verista, per citare un solo autore. Tra le novelle più belle di Verga ci sono quelle su “Don Candeloro e C.I.”, impresario teatrale della seconda metà dell’Ottocento che con i suoi pupi divulgava le gesta dei poemi di Ariosto. Il pubblico descritto da Verga si appassionava alle vicende di Orlando e Angelica, come fossero persone reali e non invenzioni letterarie narrate da fantocci di panno, con le voci sempre maschili anche per personaggi femminili perché le donne per bene non potevano certamente mostrarsi su un palco, neppure camuffate da burattini.
LO SPETTACOLO. Nei 50’ dello spettacolo si ride tantissimo. La mattatrice è Nonna Ersilia, pupazzo animato a vista già noto al pubblico foggiano per altre rappresentazioni in diversi contesti. Foggiana verace, cinque volte vedova, nella sua terza età ha ottenuto dal sindaco Frangucc la “sistemazione” ottimale, custode in un museo, sul quale grava la triste ipotesi di chiusura per via della scarsa affluenza di pubblico. La scarsa propensione al lavoro di Nonna Ersilia la costringerà a un turno punitivo notturno, nel quale la vegliarda assisterà a un fenomeno ignoto a tutti. Le opere d’arte si animano, la statua di Zeus (interpretato da Giuseppe Salvagno, libraio di FumettoSmania) domina la scena e dirige il traffico intenso di relazioni e battute, con Pan che vuole sposare Venere, salvo poi innamorarsi della ragazza con l’orecchino di perla, imprigionata nel quadro di Vermeer, la quale lo ricambia, ma lo pianta sull’altare scoprendo la vita agreste a cui sarebbe destinata, mentre Narciso, anchilosato dalla scomoda posizione in cui lo ha eternato Caravaggio, ripercorre la leggenda della sua nascita e della sua bellezza.
L’EPILOGO. Nonna Ersilia, svegliata nella sua fase REM dal trambusto generato dai vivaci battibecchi, dopo lo spaesamento iniziale ci mette pochi secondi, con il suo saggio pragmatismo, ad ambientarsi e ad accogliere questa situazione fremente di vita e palpiti, così diversa dalla noiosa immobilità che il museo ospita di giorno. L’epilogo felice si deve a un fortuito incidente: la notte movimentata viene trasmessa live dallo smartphone di Nonna Ersilia, generando tale volume di like e condivisioni che la direttrice accantona il progetto di chiusura del museo, e anzi fa i complimenti alla custode per quella che crede essere una brillante messinscena. L’interazione tra Miti e opere d’arte dà luogo a siparietti gustosi, apprezzati dal pubblico, la cui aspettativa ha fatto registrare il tutto esaurito al punto che è stato fissato un secondo spettacolo nello stesso pomeriggio. Molte famiglie con bambini, ma in realtà anche tanti adulti senza bambini, entusiasti di ritrovarsi in uno spazio dai connotati prevalentemente ludici. Menzione speciale tra il pubblico a Yoko, silenziosissima barboncina nera che ha assistito con interesse a tutta la rappresentazione, dimenandosi un po’ agitata solo sullo scroscio dell’applauso finale. Chissà, magari partecipava all’ovazione pure lei!
NB. Il Greenwich Village, a New York, è una vivace scena artistica. Sui palchi dei suoi innumerevoli locali live sono passati i più grandi, da Bob Dylan a Jimi Hendrix: ospita diversi importanti teatri fuori Broadway, numerosi campi di pallacanestro e pallamano, e la tradizionale parata di Halloween più imponente degli USA. Il settimanale The Village Voice è uno dei tanti periodici pubblicati nel quartiere. Un laboratorio sempre in fermento… insomma, Foggia, pari pari!
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