Foggia Village / Manuale per mariti, risate assicurate al Piccolo Teatro
L'articolo di Giuseppina Dota e le foto di Mariano Russo
Mentre aspettavo l'inizio dello spettacolo al Piccolo Teatro mi guardavo intorno e cercavo di ricordarmi la prima volta che ho assistito a una rappresentazione in questo piccolo, storico contenitore foggiano. Doveva essere una trentina di anni fa, diceva la mia memoria, ricordando gli abiti sbarazzini che avevo addosso, tipici di un'età assai verde, gli amici dell'epoca e il Duncan, storico pub foggiano, allora appena aperto, che ci accoglieva nel dopoteatro. Quella commedia che vidi, la prima di molte, mi sembra si chiamasse "La gelosia", era in costume, recitata in vernacolo, ebbe un numero altissimo di repliche a furor di pubblico, perché tutti uscivano da lì ridendo ancora e le rappresentazioni andavano sold out in fretta: quella sera sul palco si verificò la circostanza che gli attori a un certo punto dovettero fermarsi perché ridevano troppo anche loro! (In fondo all'articolo la fotogallery di Mariano Russo)
UN PATTO LUNGO TRENT'ANNI. Il capitano di lungo corso della compagnia Palcoscenico, che reggeva e regge le sorti del teatro, era allora Enzo Marchetti, grande protagonista e animatore culturale della città in anni in cui “cultura” era una parola che muoveva purtroppo poco interesse. Il Piccolo Teatro è sempre stato una boccata d'ossigeno, per gli appassionati, e anno dopo anno frequentandolo ho visto spesso gli stessi volti, tra il pubblico, affezionato a interpreti che hanno dato corpo e carattere a una miriade di personaggi, destreggiandosi tra testi superclassici, riusciti adattamenti o gustosi canovacci originali. Dino La Cecilia, che ha raccolto il testimone da Enzo Marchetti, il fondatore che oggi vive fuori dalla Puglia, ha ricordato sul palcoscenico a fine spettacolo come quest'anno ricorra proprio il trentennale della gestione del Piccolo Teatro ad opera della compagnia Palcoscenico, e come però il teatro sia attivo da ben prima, esattamente dal doppio. Sessant'anni di presenza, per offrire un'alternativa al pubblico oltre alle proposte del Giordano, il teatro istituzionale del capoluogo dauno.
MANUALE PER MARITI. Io da parte mia mancavo da un bel po', e ho colto, per tornare ad assistere a una rappresentazione, la messa in scena di una commedia che già dal titolo prometteva leggerezza, “Manuale per mariti”. Si tratta di un brioso atto unico, riadattato da Dino La Cecilia da un'opera francese in tre atti tra i capolavori del grande commediografo Georges Feydeau “Il sistema Ribadier”, che debuttò a Parigi addirittura nel 1892. La trasposizione foggiana, ambientata negli anni Sessanta del secolo scorso, si svolge con un ritmo vivace e a tratti scoppiettante, senza mai lasciar cadere l'attenzione. Il susseguirsi delle trovate, delle battute, la caratterizzazione dei personaggi, regalano un'ora e mezzo che vola via fulminea, durante la quale più volte l'applauso è arrivato a scena aperta, talvolta coprendo le voci degli attori, tanta l'ilarità suscitata dalla vicenda portata in scena, che è il classico quadretto coniugale con marito fedifrago (Dino La Cecilia) e allo stesso tempo terrorizzato da eventuali infedeltà della bella moglie (Carmen Garofalo), gelosissima ma poco attenta, e l'eterno innamorato di lei (Fabio Conticelli), che spera in un cedimento della sua amata, divenendo suo malgrado confidente di lui. La veracità della domestica di casa (Monica La Salandra), corteggiata dal factotum (Piero Orlando), punteggia tutta la vicenda con richiami alla foggianità più salace. In scena anche un sesto personaggio, il marito di una delle fiamme del protagonista (Ciro Grittani), ad alimentare ulteriormente gli equivoci e le gag.
I PROTAGONISTI. Ad eccezione di Dino La Cecilia e Fabio Conticelli, artisti di professione, gli altri attori sono in qualche modo “dopolavoristi” (due funzionari di banca, una insegnante, un imprenditore), che si sono cimentati con risultati egregi nell'esperienza del teatro, “fenomeno di aggregazione culturale capace da migliaia di anni di indurre riflessioni, esaltare curiosità, rivedersi allo specchio”, come ci dice Piero Orlando, che è anche un indiscusso Maestro di dizione. In questo solco trovano luogo le parole di Dino La Cecilia, che è anche regista dello spettacolo, il quale a fine esibizione salutando il pubblico ha invitato tutti a partecipare a Collocazione Provvisoria, spettacolo che chiude la rassegna antimafia “Riprendiamoci la scena”, promossa dall'Associazione Nazionale Magistrati di concerto con Libera Foggia e con la partecipazione di quattro compagnie teatrali foggiane, rassegna focalizzata sull'obiettivo di approfondire il legame tra le emozioni e il nostro ambiente, facendo scoprire la straordinarietà nella quotidianità, e regalando così nuove prospettive da cui guardare il mondo.
COLLOCAZIONE PROVVISORIA. Lo spettacolo, portato in scena da Dino La Cecilia e Fabio Conticelli lo scorso ottobre nel tempio milanese del cabaret italiano, lo Zelig, prende a prestito per il titolo una frase di Don Tonino Bello per giocare con gli elementi che caratterizzano la nostra quotidiana provvisorietà, leggendo accadimenti e modi di dire/fare foggiani in chiave comico-satirica, e sarà in scena al Piccolo teatro il 29 febbraio. Come dice Dino La Cecilia, “non lasciamo soli i magistrati!” Aggiungo, da foggiana: non lasciamo soli mai, quelli che si spendono per la legalità. La nostra vita e la nostra storia possono cambiare, secondo il grado di legalità che vi agiamo.
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