Stampa questa pagina

Foggia Village / Le canzoni dei Queen arrangiate in chiave rock-sinfonica al Teatro Giordano

Il racconto dello spettacolo

Sere fa, mentre ero a cena da amici, una di loro mi ha proposto una manifestazione di teatro danza per la celebrazione della Giornata della donna per venerdì sera.
“Non posso, vado a teatro” ho risposto.
“Ah e cosa vai a vedere?” la logica domanda successiva.
“Veramente non so bene. Ma nel post pubblicitario c'era scritto Queen Project e Bohemian Rapsody e allora mi sono affrettata ad assicurarmi il biglietto prima che finissero, e ancora non ho avuto tempo di approfondire il programma.”
“Ah sì! Avevo visto pure io! Uffa mi sono scordata di chiamare!”

I QUEEN, LA LEGGENDA. Per la mia generazione ciò che riguarda i Queen è una garanzia. Garanzia che ci sarà musica, che ci sarà passione, che ci saranno altri appassionati. Potrei presentarvi per esempio un mio coetaneo, liceale svogliatissimo ai tempi, poco propenso a studiare tutte le materie, che però con ostinazione si impegnava in inglese perché voleva cantare le canzoni dei Queen, tutte intere, non solo gli iconici ritornelli, quelli che maccheronicamente alle schitarrate di Pasquetta sappiamo tutti, “ui ar de cempion, mai friend” o “ui uer ui uer racchiù - racchiù”
Sicché, soprattutto sapendo che i teatri non sono palasport quanto a capienza, non è una sorpresa che basti un titolo a vendere velocemente un evento. E infatti la serata di venerdì 8 marzo al teatro Umberto Giordano era sold out.

BOHEMIAN RAPSODY CON ICO “SUONI DEL SUD”. Queen Project – Bohemian Rapsody for piano and orchestra è uno spettacolo nel calendario della terza stagione concertistica organizzata al Giordano dall'Associazione Suoni del Sud, appuntamento ormai atteso e sempre molto frequentato. L'Istituzione Concertistica Orchestrale ICO, una trentina circa di musicisti dei quali colpisce l'età media molto giovane, ha accompagnato il pianista Giuseppe Andaloro, autore anche degli arrangiamenti orchestrali, con la direzione del M° Marco Moresco, in una formidabile scaletta che pareva il Greatest Hits, l'album più venduto dei Queen, nonché uno dei dischi più venduti di sempre. The show must go on, We will rock you, Love of my life, I want to breakfree, solo grandi successi, solo brani riconoscibilissimi e cari ai cuori degli spettatori, melodie che suscitano cori spontanei e anche coreografie estemporanee. In un palco alla mia destra due donne bionde, vestite sobriamente come si conviene a teatro, hanno ondeggiato tutta la sera con movimenti all'unisono, come se da decenni avessero l'abitudine a ballare insieme sulle loro canzoni preferite. Ho visto in loro una indistruttibile amicizia adolescenziale, che ha superato le epoche e i casi della vita, e che le fa ritrovare in un teatro, signore mature, con l'entusiasmo e la gioia di quando i Queen erano la colonna sonora, incisa sulle cassette magnetiche, delle feste del liceo e degli amori acerbi.
La chiave rock-sinfonica ha convinto tutto il pubblico, con arrangiamenti maestosi per alcuni brani in particolare, quelli nei quali, in origine, la voce inconfondibile di Freddie Mercury faceva passare in secondo piano ogni altro elemento, come He wants to live forever o Bohemian Rapsody.

IL GIORDANO, CONTENITORE POLIEDRICO. Devo dire che è stato molto bello vedere una partecipazione così eterogenea, da parte del pubblico, e anche notare la passione dei musicisti, tutti mediamente più giovani dei brani presentati durante la serata, che hanno suonato con affiatamento e divertimento, percepiti in modo netto. La rassegna Suoni del Sud, che prosegue con numerosi appuntamenti tutti di grande appeal – il prossimo, domenica 17 marzo, è Gli incanti di Partenope sulla storia della canzone napoletana – fino alla fine dell'anno, è solo una delle proposte che hanno trovato casa nel bellissimo teatro foggiano. La stagione di prosa, la musica classica con gli Amici della musica, l'innovativo festival Musica Civica, che mette in connessioni suoni e conversazioni, lo spazio riservato quest'anno alle compagnie teatrali locali, il Giordano apre alla città in modo massiccio, offrendo a ciascuno l'opportunità di trovare, nella varietà delle proposte, qualcosa che parli ai propri gusti, alla propria concezione e percezione dell'arte. E sicuramente me ne sfugge qualcuna. Offerta che per fortuna non resta incompresa: Foggia ha voglia e bisogno di bellezza, arte, cultura, gli spettacoli si moltiplicano, il pubblico cresce, diventa esigente, competente. Vent'anni fa per trovare i biglietti o gli abbonamenti che mi interessavano mi è capitato anche di andare a mettermi in fila alle 6 del mattino, a dicembre, che insomma una festa non è. Per fortuna viviamo in anni in cui non è più una bestemmia accostare la parola business alla cultura. Continuiamo a pretendere e riempire gli spazi dedicati, facciamo la differenza. Diventiamo la città che ci meritiamo!
(Giuseppina Dota)

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload