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Voto di scambio alle regionali, lo sdegno di Cavaliere: “Come un anno fa alle comunali, da dove arrivano i soldi?”

Una profonda riflessione. È quella che, a giudizio di Pippo Cavaliere, già presidente della Fondazione Antiusura Buon Samaritano e candidato sindaco alle ultime elezioni comunali a Foggia, è imposta dalla notizia di un'indagine in corso da parte della Digos della Questura di Foggia, che sembra aver acquisito elementi sulla sussistenza del reato di voto di scambio in occasione della recente tornata elettorale per le Regionali. (Leggi: Dai 30 ai 50 euro per un voto, la Procura di Foggia indaga su corruzione elettorale)

LA TRASPARENZA. “Una campagna elettorale – evidenzia Cavaliere - dovrebbe svolgersi nel pieno rispetto delle regole, dei principi di moralità e legalità, in assoluta trasparenza; presupposti indispensabili ed irrinunciabili per consentire alla classe politica eletta di poter essere libera nelle sue scelte e scevra da qualsiasi forma di condizionamento. E questo è ancora più vero in una città come Foggia, in un contesto caratterizzato da incertezze, nuove povertà e dal crescente condizionamento da parte del crimine e del malaffare, come confermano le tristi cronache giudiziarie e il grande impegno cui sono quotidianamente chiamate forze di polizia, magistratura e prefettura. Il voto di scambio costituisce forse la forma di corruzione più grave che esista, in quanto finalizzata a condizionare la formazione di quella classe politica che dovrebbe salvaguardare il supremo interesse della collettività”.

LO SCORSO ANNO. “A tal proposito non posso che apprezzare i recenti interventi sul tema da parte di Rosa Barone, presidente della commissione regionale antimafia, e di Giuseppe Mainiero, ex consigliere comunale. Così come lo scorso anno, al termine delle elezioni comunali, denunciai pubblicamente lo sgomento provato allorquando alcuni ragazzi neomaggiorenni, incontrati per strada, accennarono, alla presenza di numerosi testimoni, alla dazione di denaro in cambio del voto. Una cosa a dir poco inquietante, perché coinvolgere i giovani in questa forma di corruzione è un po’ come avvelenare i pozzi da cui si attinge l'acqua. Con detti presupposti declino e degrado continueranno a caratterizzare sempre più la vita della nostra Città”.

LA PROVENIENZA. “Concludo con una domanda – si interroga Cavaliere -: qualora venisse confermato il reato ipotizzato, qual è la provenienza di simili risorse finanziarie in un contesto caratterizzato, tra l'altro, da una così grave emergenza economica?”.

di Redazione 


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