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Foggia ricorda Marcone, Cardellicchio: “Riprendiamoci il brand della mafia, la società foggiana dobbiamo essere noi”

Un uomo integerrimo e rispettoso delle regole e della legge, attento a svolgere diligentemente il suo dovere. Francesco Marcone, dirigente dell’Ufficio del Registro, fu ucciso la sera del 31 marzo 1995 da due colpi sparati da mani rimaste ignote. Solo qualche giorno prima aveva denunciato in un esposto un giro di affari loschi.

LA MEMORIA. A ventotto anni dall’omicidio i figli Daniela e Paolo continuano a tramandarne la memoria perché il suo ricordo funga da pungolo all’intera città di Foggia. Dinanzi alla stele eretta in onore del papà Franco, si è tenuta una sentita commemorazione. “Eravamo soli nei primi tempi” ha rammentato Daniela “tanto che don Luigi Ciotti non ci faceva mancare mai la sua presenza. Sono stati fatti errori nel passato ed è bene che ce lo diciamo, sono felice che ora le istituzioni siano qui”.

IL COMMISSARIO. Ha voluto scuotere la città, invece, il commissario straordinario del Comune di Foggia, Vincenzo Cardellicchio: “Vorrei che la città di Foggia si riappropriasse del brand “La Società Foggiana”. Siamo noi la società foggiana, quella onesta, l’unica che può avere questo nome, non la mafia”. Il prefetto molisano subentrato di recente alla commissaria Magno guarda al futuro: “Dobbiamo cancellare nella storia di questa città la parentesi negativa, orribile ma da dimenticare. Auguri a tutta Foggia”.

IL DIRETTORE AGENZIA ENTRATE. Per la prima volta è stato presente anche il direttore generale dell’Agenzia Entrate, Ernesto Maria Ruffini: “Nel Paese in cui mi piacerebbe vivere – ha dichiarato - tutti si comporterebbero come Francesco Marcone, nel Paese in cui mi piacerebbe vivere Francesco Marcone sarebbe ancora qui”. Rivolgendosi poi ai dipendenti dell’Agenzia Entrate ha aggiunto: “Tutte le volte che vi volterete dall’altra parte, lavorando meno di quanto richiesto e non affrontando di petto le situazioni che lo richiedono, starete mancando di rispetto a Francesco Marcone. Riscopriamo il significato di servire lo Stato”.

di Michele Gramazio


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