Foggia piange un altro senza fissa dimora e il caso finisce in Procura: "Vogliamo la verità sulla morte di Hardip"
Pronto un esposto dei Fratelli della Stazione
Veniva dall’India, era sempre sorridente e cordiale. Parlava tanto, raccontava cose, anche se a volte facevi fatica a seguire il suo ragionamento infinito. Dormiva in stazione, in un angolino lontano da tutti e dagli sguardi dei passeggeri.
Hardip era un senza dimora. Uno di quelli che era sempre felice di vedere il gruppo di volontari e volontarie che passavano a trovarlo per dargli un po’ di latte caldo, dei biscotti e una chiacchiera serale. E' questo il quadro offerto dai Fratelli della Stazione, coniugato tristemente al passato. Già, perchè purtroppo Hardip è morto. E sulle sue ultime ore c'è da fare ancora (tanta) chiarezza.
LA VICENDA. Qualche settimana fa - spiegano i Fratelli della Stazione - si era sentito male. Un’ambulanza andò a prenderlo per portarlo al Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti di Foggia. Problemi legati all’astinenza dall’alcol, ci avevano detto. Poi, fu trasferito nel reparto di Neurologia perché avevano trovato altre cose che non andavano. Provavamo - ricostruiscono - ad avere notizie chiamando in reparto, l’unico modo per cercare di essere informati sulle sue condizioni di salute. A volte sembrava stesse meglio, altre no.
Lunedì lo hanno dimesso dall’ospedale. Ci hanno chiesto se avevamo un posto in cui farlo stare per qualche giorno, prima che si riprendesse del tutto. Abbiamo subito pensando di accoglierlo nel B&B che grazie alla Fondazione dei Monti Uniti stiamo portando avanti per dare dei posti letto a chi vive in maggiori condizioni di fragilità.
LE CONDIZIONI. Quando Hardip è stato portato al B&B con un’ambulanza era subito chiaro che qualcosa non andasse, che non stesse affatto bene. "Hardip era come un vegetale, smagrito da far paura, non reagiva, non parlava, non camminava, come estraniato dal mondo
Non siamo medici, eppure era lampante che le sue condizioni di salute fossero gravissime. Abbiamo chiamato di nuovo il 118. Un’altra ambulanza è venuto a riprenderlo. E’ stato riportato al Pronto Soccorso.
Quella è stata l’ultima volta che qualcuno di noi ha visto Hardip".
LA NOTIZIA. Sabato 19 giugno dagli Ospedali Riuniti di Foggia hanno comunicato la notizia: Hardip è morto! "Non è la prima volta in questi anni che dall’ospedale ci chiamano per “darci” una persona senza dimora che devono dimettere ma che versa in complicate condizioni fisiche, sanitarie e psichiche. Chiamano noi anziché individuare una struttura di lungodegenza in cui garantirle tutte le cure sanitarie adeguate. Noi ci attiviamo perché la nostra missione è proprio quella di cercare di dare un conforto a quanti vivono in strada, in situazione di emarginazioni. Ma in troppi e tanti casi si eccede. Qualcuno è stato più fortunato, di altri abbiamo poi perso le tracce. Hardip è morto e non sappiamo le cause, il perché, come mai lo abbiano dimesso se si trovava in quelle condizioni".
L'ESPOSTO. Da qui, la richiesta ufficiale: "Oggi chiediamo alla direzione degli Ospedali Riuniti di Foggia di fare chiarezza, di spiegarci le cause della morte di Hardip, di individuare le responsabilità di chi ha permesso che un paziente in quelle condizioni venisse dimesso dall’ospedale pur sapendo che fosse un senza dimora.
Con Avvocato di strada faremo un esposto alla Procura della Repubblica di Foggia per denunciare formalmente quello che è accaduto. Lo dobbiamo ad Hardip e a tutti coloro che in questi anni sono stati scaricati come 'pacchi postali' per strada nelle mani di una piccola e insignificante associazione di volontariato".
LA SOLIDARIETA'. E quello che è accaduto rileva, semmai ce ne fosse bisogno, la totale assenza di una cabina di regia di interventi sociali e socio-sanitari per persone senza dimora, di un protocollo di accoglienza, di una rete formale guidata da un ente che attivi tutte le procedure per offrire le cure più adatte a chi termina il suo periodo di degenza in ospedale e non ha un posto in cui andare. "L’assenza delle istituzioni pubbliche diventa un macigno, ma l’istituzione ecclesiastica silente ed immobile non si sente esclusa da responsabilità. Lo abbiamo sperimentato anche con due mamme che avevano appena partorito, che abbiamo accolto nel B&B perché rifiutate da tutti, esattamente come accadde per il bambinello, solo che a dicembre siamo tutti più buoni almeno per 24 ore.
Non ce l’abbiamo con qualcuno. Non vogliamo accusare nessuno.
Chiediamo solo di conoscere la verità.
Qualcuno lo deve ad Hardip. E non perché fosse un nostro amico.
Ma perché era una persona, un essere umano, parole che ormai sembrano svuotate di ogni significato".
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