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Rubavano le auto, le smontavano e poi vendevano i pezzi, eseguite 26 misure cautelari

La Polizia e i Carabinieri hanno eseguito nella prima mattinata di oggi 26 misure cautelari (sette misure cautelari di custodia in carcere, otto misure cautelari degli arresti domiciliari, undici misure cautelari tra obbligo di dimora e di presentazione quotidiana alla P.G.) emesse dal Tribunale di Foggia, su proposta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di altrettanti soggetti residenti nelle province di Foggia e di Barletta Andria Trani, sottoposti alle indagini preliminari in relazione al reato di associazione a delinquere finalizzata al furto, ricettazione e riciclaggio di veicoli.

GRAVI INDIZI DI COLPEVOLEZZA. Le indagini, avviate nell’ottobre 2021 e durate circa otto mesi, condotte da Compartimento Polizia Stradale per la Puglia di Bari e la Sezione Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Barletta, coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei soggetti in ordine ai reati contestati.

I FURTI. L’organizzazione costituita dai destinatari delle misure cautelari procedeva dapprima ad organizzare il furto di veicoli, trafugati prevalentemente nelle aree a nord e sud della cittadina foggiana, nella provincia barese o da fuori regione per poi procedere alla ‘cannibalizzazione’ degli stessi nell’area geografica compresa tra i Comuni di san Ferdinando di Puglia e Cerignola.
I pezzi ottenuti dall’attività di smontaggio erano, dunque, riciclati nel dinamico e redditizio mercato clandestino di vendita dei “pezzi di ricambio” e smistati, a prezzi vantaggiosi, sull’intero territorio nazionale ed estero, dopo aver rimosso ogni elemento che potesse ricondurre al veicolo d’origine. Centro direzionale dell’attività delittuosa di smontaggio e, quindi, base dell’organizzazione era il territorio di Cerignola.

L'ORGANIZZAZIONE. L’attività di indagine ha rilevato una organizzazione gerarchica della compagine criminale al cui interno i compiti dei partecipanti erano rigidamente distribuiti; a tal proposito determinante è stata l’attività di intercettazione delle comunicazioni telefoniche con conseguente “decriptazione” delle terminologie adoperate per indicare i diversi sodali.

di Redazione 


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