“U' bell' fatt'” e il sodalizio criminale tra Foggia e Roma: non è un film, ma l'Operazione Goldfinger. Presi gli autori del furto al Banco di Napoli
15 milioni di euro, 16 arresti. C'è anche un ex Banda della Magliana
Sono 16 i soggetti identificati nell’operazione denominata ‘Goldfinger’ realizzata dalla squadra mobile di Foggia insieme al Servizio Centrale Operativo.
GLI ARRESTI. Dieci persone sono finite in carcere, si tratta di Olinto Bonalumi, 56 anni, Federico De Matteis, 26 anni, Stefano Virgili, 64 anni, Franco Papa, 62 anni, Paolo Izzi, 59 anni, Vincenzo Facchini, 62 anni, Ruggero Racano, 50 anni, Venturo Ricchiuti, 34 anni, Antonio Caputo, 50 anni, Giuseppe Magno, 49 anni. Inoltre, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, Gennaro Rendine, 34 anni, Domenico Di Sapio, 46 anni, Corrado Folchino, 54 anni, Patrizia Di Biase, 53 anni, mentre, obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Gianluca Contini, 41 anni, e Vincenza Dalessandro, 38 anni. Altri cinque soggetti risultano indagati in stato di libertà.
LE INDAGINI. L’attività di indagine ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti di persone appartenenti a due distinte organizzazioni, composte in prevalenza da pregiudicati pugliesi e romani, specializzate, la prima, nella commissione di furti ai caveau di istituti di credito e, la seconda, in rapine a furgoni portavalori, assaltati utilizzando tecniche paramilitari e armi ad alto volume di fuoco, quali kalashnikov. Un inedito sodalizio, creato dalla fusione di appartenenti alla malavita foggiana e romana, sospettato di aver compiuto a Foggia il furto nel caveau del Banco di Napoli, commesso nel marzo del 2012, e di aver tentato un altro furto a due gioiellerie all’interno del centro commerciale ‘La Mongolfiera’ di Foggia, nell’agosto dello stesso anno.
IL FURTO AL CAVEAU DEL BANCO DI NAPOLI. Dopo essere entrati all’interno dell’istituto bancario, i rapinatori hanno rubato valori e preziosi, per un valore stimato di circa 15 milioni di euro, contenuti nelle 165 cassette di sicurezza aperte, mentre, altre 150 cassette sono state solo manomesse. Due guardie giurate hanno aiutato i ladri ad evitare i controlli, ad avere accesso negli orari non consentiti e ad acquisire informazioni utili. Inoltre, gli autori del furto sono riusciti a superare le difese dell’istituto di credito procurandosi il clone della centralina utilizzata per gestire gli allarmi della banca e riuscendo a duplicare le chiavi elettroniche che gestivano l’apertura delle porte.
IL BLITZ NEL COVO. Il 26 agosto del 2012, un altro furto non venne consumato grazie all’intervento degli agenti della squadra mobile di Foggia che, dopo un irruzione nel covo della banda, presso il ristorante ‘La villa’ di Foggia, riuscirono ad identificare alcuni componenti, mentre altri riuscirono a fuggire. Per il furto al Banco di Napoli, in quel frangente, sono stati raccolti elementi di colpevolezza ai danni di Bonalumi, De Matteis, Izzi, Rendine e Di Sapio.
IL FURTO A ROMA NEL 1999. Tra i destinatari del provvedimento risulta un pregiudicato romano, Stefano Virgili, esperto nel violare anche i sistemi di allarme più complicati, vicino in passato alla banda della Magliana, e coinvolto nel clamoroso furto al caveau del Palazzo di Giustizia di Roma commesso nel luglio del 1999, assieme al noto pregiudicato romano Massimo Carminati.
IL FURTO ALLE GIOIELLERIE. L’ipotesi associativa sussiste solo per Bonalumi, De Matteis e Ricchiuti. Questi tre, insieme a Racano, Virgili, Papa, Facchini, Izzi, Contini e Dalessandro, sono anche accusati di aver commesso il tentato furto alle gioiellerie Sarni all’interno del centro commerciale ‘La Mongolfiera’ di Foggia. Inoltre, Ricchiuti, Caputo e Di Biase sono accusati di aver riciclato il denaro rubato nel caveau del Banco di Napoli, mentre Facchino è accusato di aver ricettato il materiale proveniente da delitto.
per avere info dettagliate sulla nostra città bisogna andare sui siti nazionali? Ne qui ne su foggiatoday si trova alcun riferimento al ruolo di Lello Di Gioia nella vicenda?!?
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