Olive rubate ad Altereco: due arresti per il furto nel bene confiscato alla mafia
Dopo il furto, avevano anche lanciato una raccolta fondi per "coltivare speranza". E in quella richiesta, evidenziavano un aspetto: "vorremmo giustizia, ci piacerebbe vedere che i ladri fossero catturati e ricevessero la loro giusta condanna". E alla cooperativa Altereco, che circa una settimana fa aveva subìto il furto delle olive, le "Belle di Cerignola", oggi possono essere soddisfatti: la Polizia di Stato, nell’ambito dei servizi di prevenzione e repressione dei reati di natura predatoria nella zona rurale di Cerignola, ha tratto in arresto due persone per i reati di furto aggravato e rapina in concorso.
L'AGGRESSIONE. L’operazione - spiegano dalla questura - giunge al termine di una attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia, che si è conclusa con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di due persone già note alle forze dell’ordine. I fatti risalgono al mese scorso, quando presso un terreno confiscato alla criminalità organizzata e gestito da una cooperativa, situato alla periferia di Cerignola, ignoti malfattori dapprima si erano addentrati nel fondo agricolo dove avevano fatto razzia di olive di pregiata qualità; poi, essendo stati notati da uno dei soci della cooperativa, lo avevano colpito con un pugno al volto e gli avevano sottratto le chiavi della macchina per evitare di essere inseguiti.
Poco dopo, nonostante sul posto fosse intervenuta la polizia, i due riuscivano a dileguarsi per le campagne circostanti facendo perdere le loro tracce.
L'ARRESTO. Successivamente, gli agenti del Commissariato PS di Cerignola hanno avviato una attività di indagine e grazie all’analisi di alcuni video e ad alcune testimonianze, hanno ricostruito i fatti individuando i due autori del fatto criminoso. Uno di loro è in carcere, l'altro ai domiciliari.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.