Futuro Calcio Foggia, Pino "il francese" fa l'indiano: gli imprenditori siedono al tavolo ma senza soldi
Il pallino, ancora una volta, è in mano a Nicola Canonico. L'unico che può decidere di iscrivere il Calcio Foggia al prossimo campionato di Serie C è l'imprenditore di Palo del Colle. E 105 anni di storia restano sospesi come un gladiatore in attesa della decisione dell'imperatore: entro il 6 giugno sapremo se il pollice è verso o rivolto in alto. E, proprio come gli imperatori, anche Canonico resta sospeso tra delirio di onnipotenza - solo io posso salvarvi - e isolamento. Non parla, direttamente. Lo fa con le pec o (più o meno, viste le risicate dichiarazioni) attraverso l'amministratore unico Michele Bitetto.
Per un'altra settimana, però, terrà sotto scacco il popolo rossonero.
IL PRIMATO. Decide lui. E il confine tra il bluff - attendere fino all'ultimo minuto disponibile prima di fare il bonifico - e la coerenza - tenere fede a quanto detto il 31 marzo e farla finita col Foggia - è davvero labile. In mezzo, tante voci, indiscrezioni, bufale, congetture e, soprattutto, una inchiesta giudiziaria che ha portato a un unicum nel calcio italiano: l'amministrazione giudiziaria. Un altro primato di cui Foggia - non solo calcistica - avrebbe fatto a meno. Ma tant'è.
GLI IMPRENDITORI. Un po' vittima, un po' carnefice. Canonico non c'era al vertice a Palazzo di Città, eppure aleggiava la sua presenza. Chi c'era, ma sostanzialmente assente, era la Foggia imprenditoriale. A rappresentarla, il vertice della Camera di Commercio: Pino Di Carlo. Il "francese", com'è notoriamente soprannominato, insieme ai suoi colleghi ha imparato a fare l'indiano. A convincere altri imprenditori a comprare il Foggia, a queste condizioni, in dieci giorni, non ci pensa nemmeno. Ed è anche giustificabile.
Ma la chisura è categorica anche a potenziali sponsorizzazioni o aiuti economici, richiesti anche dall'Amministrazione comunale in qualità di 'facilitatore' della trattativa. Il no assoluto ha due motivazioni: la scelta ormai nota di un cospicuo gruppo di imprenditori di non voler dare più neppure un euro a Canonico e l'interesse a un affare più allettante, ovvero quello di acquisire il Foggia in una categoria dilettantistica. Imprenditorialmente parlando, ineccepibile come discorso: investo meno, gestisco meglio. Socialmente parlando, è molto meno impeccabile. Perché in quella sala a Palazzo di Città, ci si auspicava si riunissero personalità invogliate a "salvare" il Foggia, non delle figure interessate a comprendere le trame per scrivere un finale più vantaggioso a se stessi, come pure è stato paventato durante l'incontro: Ce lo prendiamo in Eccellenza... A questo punto, anche altre presenze al tavolo, a cominciare dai rappresentanti della Fondazione Capitanata per lo Sport, visti i risultati raggiunti, comincia ad apparire abbastanza inutile.
L'ESTATE. Il futuro del Foggia è ormai a un bivio. Potrebbe essere salvato dal patron separato in casa (con risvolti inimmaginabili, a partire dalle annunciate contestazioni) oppure finire all'inferno. C'è chi fa il tifo per la seconda opzione pur di allontanare definitivamente l'imprenditore barese. Qualora questo fosse il finale, però, a luglio che nessuno si vesta da supereroe: se non volete fare il 118 ora, evitate di fare le onoranze funebri questa estate. Che aspettare sulla sponda del fiume il cadavere del nemico è diventato uno sport molto diffuso in questa città...
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