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Ghetto di Rignano, migranti in bicicletta contro il caporalato. E parte la Ciclofficina

Donate dai Cicloamici di Foggia 12 bici e attrezzi vari

Contrastare il caporalato a colpi di pedale. Andando in bicicletta. E’ possibile? Sì, se i migranti stagionali impegnanti nella raccolta dei campi in provincia di Foggia per i loro spostamenti possono fare affidamento sull’ecologico mezzo a due ruote. Perché per ogni passaggio ‘offerto’ dai caporali, i migranti sborsano circa 5 euro. E visto che vivono relegati in campagna, emarginati e distanti dalle luci delle città, ecco che il passaggio in auto per recarsi sul luogo di lavoro o al supermercato per fare la spesa diventa quasi una necessità. Un bisogno fisiologico. Ma non per quei migranti che in sella ad una bici possono spostarsi a loro libero piacimento. Per questo, su richiesta di padre Arcangelo Maira, il missionario scalabriniano impegnato con il campo di servizio ‘Io C Sto’, l’associazione Cicloamici di Foggia ha provveduto a donare 12 biciclette ai migranti che vivono nel cosiddetto Ghetto di Rignano. Il motivo? Favorire la loro mobilità ed evitare di dover ricorrere al caporale per ottenere un passaggio in macchina.

 

DODICI BICICLETTE E UN’AUTOFFICINA - “Siamo riusciti a regalare dodici biciclette ai migranti, alcune da risistemare perché malandate, e circa 170 euro in materiali: copertoni, camere d’aria, pompa, toppe, ricambi vari” spiega Antonio Dembech, presidente del sodalizio. Ma oltre a saper stare in sella, i migranti devono anche imparare a saper riaccomodare il loro mezzo di trasporto. E così i soci di Cicloamici hanno allestito una sorta di ciclofficina “utile affinché i migranti presenti al ghetto possano manutenere le loro bici e dunque rinunciare al trasporto sul luogo di lavoro del caporale. Dopo che abbiamo portato gli attrezzi – evidenzia Dembech – siamo tornati al Ghetto altre volte ed abbiamo notate diversi migranti impegnati a riparare le loro biciclette, indaffarati a mettere mani per accomodare il loro mezzo. Per questo, lanciamo l’invito a donare altro materiale, in modo particolare copertoni e camere d’aria perché si consumano più facilmente, un po’ a causa della strada brecciosa, un po’ per le lunghe distanze che percorrono i migranti per recarsi al lavoro o a Foggia per le compere”.

LE BICI DI PALAZZO DOGANA - E visto che il villaggio di cartone a pochi chilometri da Foggia è abitato da oltre cinquecento migranti, la necessità di mettere a disposizione il maggior numero di bicicletta aumenta. Per questo, padre Arcangelo ha presentato una richiesta formale alla Provincia di Foggia affinché possa essere utilizzate le biciclette di colore verde che in questi mesi sono rimaste inutilizzate nel cortile di Palazzo Dogana. Speriamo che la richiesta venga presa in considerazione, perché delle bici abbandonate ed inutilizzate non servono a nessuno. Specialmente se per avere sono stati spesi soldi pubblici.

Per contatti: cicloamicifoggia@gmail.com

di Redazione 


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