Risolto il “giallo” di San Marco La Catola: preso un 29enne, è indiziato per l’omicidio di un’anziana
Decisivo l’intervento della Scientifica
Dopo 48 ore di serrate ed intensissime attività d’indagine dirette dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Foggia Dott. Roberto Galli e svolte dai militari della Compagnia Carabinieri di Lucera e da quelli della Stazione CC di Celenza Valfortore, supportati dai militari del Nucleo Investigativo di Foggia – Sezione Rilievi, è stato chiarito il tragico fatto di cronaca di San Marco La Catola.
OMICIDIO. Si è trattato infatti di omicidio quello perpetrato ai danni di un’anziana signora all’interno della sua abitazione nel pieno centro storico di San Marco la Catola e scoperto intorno a mezzogiorno dal figlio, che aprendo l’abitazione della 90enne l’aveva rinvenuta supina, esanime in una pozza di sangue. Vista la scena e avendo scoperto i tre piani dell’immobile rovistati e messi a soqquadro, l’uomo aveva immediatamente allertato il 112 ed i Carabinieri. Sul posto, oltre al medico legale, è intervenuta anche la scientifica.
LE IMPRONTE. Cassetti aperti e rovistati, armadi spalancati, letti con coperte e cuscini sparpagliati per terra, credenze e ripiani con carte, documenti rovistati e messi a soqquadro. È sembrato subito chiaro il movente: il tentativo di qualcuno di impadronirsi di oggetti di valore, senza rendersi conto delle tracce lasciate sul luogo del delitto, praticamente in ogni piano dell’abitazione. Su tutte, le impronte di una scarpa da ginnastica, oltre alla gran quantità di impronte digitali lasciate e rilevate su diverse superfici. L’attività tecnica di rilievi e repertamento, pertanto, è stato il primo importante passo per la scoperta della verità.
I SOSPETTI. La conoscenza del territorio, delle locali dinamiche criminali da parte della Stazione di Celenza Valfortore, unite alla positiva risposta della comunità di San Marco la Catola che ha fin da subito dato piena collaborazione ai militari, ha consentito di chiudere il cerchio. Domenica mattina, in piena notte, sono scattate le perquisizioni ai sospetti e alle prime luci dell’alba i Carabinieri avevano già trovato quello che cercavano: scarpe con la suola assolutamente identica alle impronte lasciate nell’abitazione della vittima.
NELLA CASA DELL’INDIZIATO. A casa del principale sospettato, F.C., ventinovenne ben noto ai Carabinieri perlopiù per reati contro il patrimonio, sono stati rinvenuti all’interno della lavatrice una maglia e un pantalone pronti per essere lavati e che erano stati sapientemente girati in maniera tale da celare la parte esterna all’interno. Tutti i menzionati indumenti sono stati posti sotto sequestro per essere inviati al RIS per l’estrapolazione del campione biologico, alla stessa stregua delle tracce biologiche e dattiloscopiche rivenute sulla scena del crimine. La perquisizione ha permesso altresì di rinvenire e porre sotto sequestro piccole quantità di stupefacente.
DICHIARAZIONI CONFESSORIE. Nella giornata di ieri poi, negli Uffici del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia, il presunto responsabile ha reso dichiarazioni confessorie che hanno irrobustito il pesante quadro accusatorio a suo carico facendo scattare il provvedimento di fermo nei suoi confronti per i reati di omicidio preterintenzionale, rapina aggravata e spaccio di sostanza stupefacente. Al termine delle formalità di rito, il reo è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Bari, in attesa della convalida del provvedimento restrittivo da parte del Giudice per le Indagini Preliminari, nonché del successivo esito degli accertamenti tecnici di natura biologica e dattiloscopica del RIS e dell’autopsia, che potranno confermare quanto finora riscontrato carico dell’indiziato. Solo all’esito di tali accertamenti potrà mettersi la parola fine a questa bruttissima vicenda che ha segnato in maniera profonda la piccola comunità di San marco la Catola.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.