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Gino Cecchettin ringrazia la scuola per la memoria di Carmen e Giulia: «Semi per futuro libero dalla violenza»

«Il percorso che avete fatto, il coinvolgimento delle ragazze e dei ragazzi, la scelta di intrecciare la tragedia di Giulia alla narrazione potente dell’opera “Carmen”, sono segni concreti di un’educazione che mette al centro il rispetto, la consapevolezza e la prevenzione. È proprio da questi semi che può nascere un futuro diverso, libero dalla violenza. Vi ringrazio con il cuore per aver contribuito a tenere viva la memoria di Giulia e per il lavoro importante che fate ogni giorno con le nuove generazioni». Gino Cecchettin, presidente della Fondazione che porta il nome di sua figlia Giulia, ha voluto portare «stima e vicinanza» all’Istituto Comprensivo “Foscolo Gabelli” di Foggia che nei giorni scorsi nell’auditorium della scuola ha messo in scena l’evento-spettacolo “Arte e Femminicidio – Le voci spezzate di Carmen e Giulia”. Nell’occasione, alcuni brani dell’opera della “Carmen” di Georges Bizet hanno toccato le emozioni dei presenti attraverso un linguaggio potente e universale come quello dell’arte. Musica, danza, recitazione. “Le voci spezzate di Carmen e Giulia” sono le voci di tante donne uccise per mano di un uomo, per mano – in molti casi – di chi diceva di amarle, ma in realtà voleva solo possederle. La “Carmen” di Georges Bizet è andata in scena per la prima volta il 3 marzo del 1875. Ambientata nella Siviglia del XIX secolo, l’opera racconta la storia di una giovane donna gitana di spirito libero e indipendente, che muore per mano del brigadiere Don José, incapace di accettare il rifiuto della protagonista. Una storia simile alle tante storie che ancora oggi affollano le notizie di cronaca. Come quella di Giulia Cecchettin, assassinata nel 2023 dal suo ex-fidanzato perché lei lo aveva lasciato, aveva deciso di essere libera. Oggi la Fondazione Giulia Cecchettin presieduta dal papà Gino porta avanti campagne di sensibilizzazione e progetti innovativi per promuovere un cambiamento sociale e culturale, con l’obiettivo di mettere fine alla violenza di genere, che può avere volti diversi: fisica, psicologica, domestica, economica. Per questo, l’attenzione di Gino Cecchettin al lavoro svolto de “Le voci spezzate di Carmen e Giulia” costituisce un ponte di condivisione umana e civile che unisce la memoria di Giulia all' impegno educativo e culturale che la dirigente e i docenti quotidianamente mostrano. «L'attenzione che il papà di Giulia ha voluto dedicare al nostro progetto testimonia l'importanza del ruolo che la scuola può e deve svolgere nella sensibilizzazione su temi così cruciali per la nostra società. La sua presenza, seppur a distanza, eleva il significato della nostra manifestazione e ci ricorda che dietro ogni statistica, dietro ogni nome, c'è una vita spezzata, una famiglia distrutta, un vuoto incolmabile» dicono i docenti che hanno collaborato nelle varie fasi dell’iniziativa. «Per il nostro Istituto, ricevere questa lettera significa vedere riconosciuto il valore del nostro impegno educativo nella lotta contro la violenza di genere. Rappresenta la conferma che il lavoro sulla tematica della legalità svolto dai nostri studenti e da tutta la comunità educante dell' IC “Foscolo Gabelliw non è solo un esercizio didattico, ma un contributo concreto alla costruzione di una cultura del rispetto e della non violenza» afferma la dirigente scolastica professoressa Fulvia Ruggiero. Lo spettacolo “Le voci spezzate di Carmen e Giulia” dovrebbe essere portato in giro per le scuole di Foggia e la provincia, in uno scambio alla pari, che parte dai ragazzi e dalle ragazze che parlano ai loro coetanei, che provano a far riflettere, a scuotere le coscienze.

di Redazione 


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