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Gino Lisa: dal Consiglio straordinario una cronaca dei fatti è possibile... Anzi no

Anche a "mente fredda", meglio la pagina bianca

Ieri mattina è stata scritta un'importante pagina della storia politica di Capitanata. Bianca, però. Come sottolineato dal resoconto immediato del Consiglio straordinario convocato dal Comune in merito alla sospensione del bando per il Gino Lisa, pubblicato da Foggia Città Aperta al termine dell'incontro a Palazzo di Città: volutamente vacante, eccezion fatta per un titolo emblematico: “Verba volant, Gino Lisa manent: dal Consiglio monotematico, il nulla” (LEGGI). A freddo però, un'analisi, anzi una cronaca, è forse possibile. 
"RIATTIVARE TEMPESTIVAMENTE LA PROCEDURA" (A PAROLE). Partiamo dai fatti. Anzi dall'unico fatto della giornata di ieri, per la verità piuttosto minimale, data la gravità della situazione: il Sindaco Gianni Mongelli, annuncia la propria volontà di chiedere un incontro straordinario e urgente con il Presidente della Giunta Regionale, l’amministratore delegato di Aeroporti di Puglia SpA e l’assessore regionale ai Trasporti. L'intento è quello di “riattivare tempestivamente la procedura di gara per la progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di prolungamento della pista dell’aeroporto Gino Lisa di Foggia”. Dopo la decisione di sospendere la gara, presa da Aeroporti di Puglia SpA, e con la scadenza dicembrina ormai quasi certamente compromessa, quello del sindaco – e della giunta, della classe politica intera foggiana, comprendendo in essa anche l'assessore al Bilancio della Regione, il foggiano Leonardo Di Gioia – sembra essere il (doveroso o dovuto?) tentativo della disperazione.
APPLAUSI PER TUTTI. Tuttavia, dal Consiglio monotematico di Palazzo di Città sono scrosciati anche applausi. Molti, per la verità. Per tutti, di tutti. Un'intera classe politica e dirigente finalmente (fatalmente?) concorde e unita in un unico sentimento di sconfitta: quella subita dalla città e, purtroppo, anche dai suoi cittadini, ossia da coloro i quali hanno economicamente contribuito alla realizzazione del loro aeroporto civile (come sottolineato, va detto, in uno dei pochi interventi "disorganici" della giornata, da Giuseppe Di Carlo, presidente Assindustria). L'impressione, anzi la certezza, come sempre, è che Bari non perda occasione per tarpare le ali, è il caso di dirlo, a qualsiasi tentativo della Capitanata di liberarsi dal giogo della dipendenza e dell'improduttività (politica, istituzionale, economica, di idee, di interventi concreti e molto altro), potendo contare su un cuscino locale piuttosto morbido (e il termine non è casuale) . D'altronde, è lo stesso "messo" regionale Di Gioia, foggiano doc, mandato “a fare la difesa d'ufficio” al posto dell'assente assessore competente, a confermarlo: “Questo territorio si deve interrogare su quello che succederà dopo, perché è forte l'idea, a Bari, che questa sia un'opera che non porterà vantaggio, ed è vero che esiste una scuola di pensiero che dice che non saremo in grado di organizzare i vettori giusti!”.
IL "MESSO" DI VENDOLA. “Non c'è un venir meno – ha continuato Di Gioia – da parte della Regione, che anzi co-finanzierà il progetto, se dovessero venire a mancare i soldi. Ed è inutile che ci diciamo che c'è un'ente che furbescamente fa tutto per evitare che questi soldi vengano utilizzati: la Regione ha avuto tante opportunità per bloccare l'iter, per neutralizzare, e non lo ha fatto e non lo farà, in quanto non è una sua volontà politica. Tuttavia – ha concluso, non senza lasciare indenne da critiche anche l'amministrazione comunale – io dal territorio chiedo un piano vero per far volare realmente gli aerei a Foggia”. Un'esortazione “al fare” che però non trova d'accordo l'assessore comunale Augusto Marasco il quale, durante il suo intervento, ha ribadito la capacità dell'amministrazione di stare nei tempi giusti, contrariamente a quanto affermato poco prima dall'assessore regionale al Bilancio (“il Comune ha lavorato, ma solo ieri ha portato a termine gli ultimi adempimenti”). 

MEGLIO LASCIARLA BIANCA, LA PAGINA. “La mia impressione è che Foggia non volerà mai” ha invece detto il sindaco di Manfredonia Riccardi, citando a esempio anche il porto garganico – eterna promessa mai sbocciata – ufficialmente convocato anche lui al “Consiglio del nulla”, al pari dei consiglieri regionali e dei parlamentari foggiani. Tra questi ultimi, anche l'onorevole Bordo, uno dei primi – va detto – a cogliere il bluff di una situazione quasi creata ad arte per la città di Foggia e per la sua provincia: scritta, anzi riscritta sulla pelle dei cittadini e ormai, a quanto si è appreso durante questa sorta di valzer della sconfitta, praticamente quasi irreversibile. Ciò che ne rimane, alla fine della cronaca (a parte l'ultimo invito disperato del Sindaco, di cui s'è detto in cima), è questo: un paio di rassicurazioni con riserva da parte dell'esponente regionale Di Gioia (ormai vendoliano doc), “l'allontanamento di qualsiasi responsabilità da parte dell'amministrazione comunale” (come testualmente detto da Marasco) e una manciata di critiche e autocommiserazioni trasversali, da destra a sinistra, con tanto di applausi reciproci per la troppa, troppa sventura che s'è accanita su Foggia. Domanda: non era meglio lasciare la pagina bianca? 

di Redazione 


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