“Siamo in procinto di diffidare legalmente il Ministero dell’Ambiente” per l’enorme ritardo, oltre ogni scadenza prevista dal regolamento, sul rilascio della Valutazione di impatto ambientale per l’allungamento della pista Gino Lisa da 1600 a 2000mila metri.
Lo hanno annunciato questa mattina, in un incontro con la stampa, Maria Luisa d’Ippolito del comitato Vola Gino Lisa e l’avvocato Potenza di Adiconsum, che lo scorso luglio ha richiesto l’accesso agli atti del Ministero per verificare la procedura di V.i.a. inerente allo scalo aeroportuale foggiano. “La risposta da Roma – ha illustrato Potenza – è arrivata una settimana fa. Da questa abbiamo evinto che l’istruttoria è iniziata il 23 marzo del 2012 e che l’arco di tempo massimo previsto per il rilascio del documento di V.i.a. è di 200 giorni salvo sospensioni. Che, a dire il vero, si sono verificate all’interno dell’iter burocratico sul Gino Lisa. Ma, pur non includendole nel conteggio dei giorni utili, siamo in ogni caso ben oltre il termine previsto dalla legge”.
Ecco perché ora Vola Gino Lisa e Adiconsum chiederanno (così come previsto in questi casi) al ministro dell’Ambiente Galletti di bypassare la Commissione di V.i.a., avocando a sé il silenzio devolutivo così da procedere autonomamente e in tempi rapidi all’elaborazione della Valutazione di impatto ambientale.
“Se il ministro non accoglierà la nostra richiesta – hanno affermato la d’Ippolito e Potenza – siamo pronti a mettere in campo nuove azioni giudiziarie, come, per esempio, la class action amministrativa”, precisando infine che “fermo restando che l’obiettivo esclusivo delle associazioni è la tempestiva riattivazione dei collegamenti dal Gino Lisa, l’adeguamento della pista e l’attenta preparazione alla nuova realtà funzionale con l’impegno a contribuire allo sviluppo delle attività, tuttavia, alla luce delle infelici pregresse esperienze (Federico II, Club Air e Myair) e per non incorrere in nuove fugaci sperimentazioni che si risolverebbero solo in danno della stessa comunità, porremo la massima attenzione sulla concretezza di eventuali nuove iniziative che dovessero riguardare lo scalo di Capitanata, sia in termini di progettualità che di affidabilità dei vettori”.
Maria Luisa D’Ippolito ha poi ricordato che le sorti del Gino Lisa, oltre che alla V.i.a., sono legate al finanziamento dei 14milioni di euro inizialmente accordati dall’Unione europea con fondi Fas per l’allungamento della pista.
Il termine entro cui i finanziamenti andavano utilizzati era stato fissato in prima istanza entro la fine del 2013 ma è stato spostato via via che l’iter burocratico sul Gino Lisa veniva complicato dai rinvii attinenti alla V.i.a. e, conseguentemente, dall’assegnazione d’appalto per i lavori, arrivata nemmeno un mese fa (la ditta vincitrice è la Massimo Pinto di Lucera con un ribasso d’asta del 53%), seppur ancora provvisoria e tuttora legata alla Valutazione d’impatto ambientale ferma al Ministero da 18 mesi.
Dunque, l’ultima data utile per sbloccare questa intricata situazione, e quindi per ricevere i fondi, era stata fissata dall’Ue al 30 giugno scorso, ed anche questa, evidentemente, non è stata rispettata dalla burocrazia regionale e nazionale.
“Entro il 27 settembre – ha spiegato la d’Ippolito – la Commissione europea dovrebbe pronunciarsi sulla legittimità del finanziamento al Gino Lisa”. Una questione legata all’ipotesi della stessa Ue che almeno una parte di quei fondi preventivati possano essere configurati come “aiuti di Stato”. Decisione europea che sarebbe potuta arrivare prima, insieme al finanziamento e allo sblocco dei lavori, se, anche qui, come ha spiegato il ministro Lupi nell’interrogazione parlamentare dello scorso maggio, la Regione non avesse tardato a spedire l’integrazione della documentazione relativa al procedimento di V.i.a. richiesta da Bruxelles per la risoluzione dell’istanza.
Infine, in merito allo scoop, lanciato da Michelangelo Borrillo sulla pagine del Corriere del Mezzogiorno, secondo il quale il referente italiano di Ryanair, John Alborante, non era mai stato informato dalla Regione Puglia dell’esistenza dello scalo aereo foggiano (oltre che di quello tarantino di Grottaglie), cosa che avrebbe impedito, di fatto, alla compagnia irlandese di opzionare la pista di Capitanata per i propri investimenti strategici, Maria Luisa d’Ippolito ha precisato (avvalorando l’appeal dell’aeroporto foggiano), che in verità, Ryanair già nel 2002 aveva manifestato interesse per il Gino Lisa, senza mai, però, essere messa realmente in condizione di poter dare seguito a questa intuizione. “Gli atti che lo dimostrano sono tutti su www.ginolisa.it/casoryanair. Con questa documentazione - ha concluso la d’Ippolito – adesso vogliamo sollecitare un sopralluogo di Ryanair nella nostra città”.
I detrattori dello scalo foggiano, ora più che mai, sono avvisati.
“Siamo in procinto di diffidare legalmente il Ministero dell’Ambiente” per l’enorme ritardo, oltre ogni scadenza prevista dal regolamento, sul rilascio della Valutazione di impatto ambientale per l’allungamento della pista Gino Lisa da 1600 a 2000mila metri.
FUORI TEMPO MASSIMO. Lo hanno annunciato questa mattina, in un incontro con la stampa, Maria Luisa d’Ippolito del comitato Vola Gino Lisa e l’avvocato Potenza di Adiconsum, che lo scorso luglio ha richiesto l’accesso agli atti del Ministero per verificare la procedura di V.i.a. inerente allo scalo aeroportuale foggiano.
“La risposta da Roma – ha illustrato Potenza – è arrivata una settimana fa. Da questa abbiamo evinto che l’istruttoria è iniziata il 23 marzo del 2012 e che l’arco di tempo massimo previsto per il rilascio del documento di V.i.a. è di 200 giorni salvo sospensioni. Che, a dire il vero, si sono verificate all’interno dell’iter burocratico sul Gino Lisa. Ma, pur non includendole nel conteggio dei giorni utili, siamo in ogni caso ben oltre il termine previsto dalla legge”.
Ecco perché ora Vola Gino Lisa e Adiconsum chiederanno (così come previsto in questi casi) al ministro dell’Ambiente Galletti di bypassare la Commissione di V.i.a., avocando a sé il silenzio devolutivo così da procedere autonomamente e in tempi rapidi all’elaborazione della Valutazione di impatto ambientale.
PRONTI AD AGIRE LEGALMENTE E A MONITORARE I FUTURI VETTORI DEL GINO LISA. “Se il ministro non accoglierà la nostra richiesta – hanno affermato la d’Ippolito e Potenza – siamo pronti a mettere in campo nuove azioni giudiziarie, come, per esempio, la class action amministrativa”, precisando infine che “fermo restando che l’obiettivo esclusivo delle associazioni è la tempestiva riattivazione dei collegamenti dal Gino Lisa, l’adeguamento della pista e l’attenta preparazione alla nuova realtà funzionale con l’impegno a contribuire allo sviluppo delle attività, tuttavia, alla luce delle infelici pregresse esperienze (Federico II, Club Air e Myair) e per non incorrere in nuove fugaci sperimentazioni che si risolverebbero solo in danno della stessa comunità, porremo la massima attenzione sulla concretezza di eventuali nuove iniziative che dovessero riguardare lo scalo di Capitanata, sia in termini di progettualità che di affidabilità dei vettori”.
IL FINANZIAMENTO UE E GLI OBBLIGATI RINVII. Maria Luisa D’Ippolito ha poi ricordato che le sorti del Gino Lisa, oltre che alla V.i.a., sono legate al finanziamento dei 14milioni di euro inizialmente accordati dall’Unione europea con fondi Fas per l’allungamento della pista.
Il termine entro cui i finanziamenti andavano utilizzati era stato fissato in prima istanza entro la fine del 2013 ma è stato spostato via via che l’iter burocratico sul Gino Lisa veniva complicato dai rinvii attinenti alla V.i.a. e, conseguentemente, dai ritardi sull'assegnazione d’appalto per i lavori, arrivata (seppur ancora provvisoria e tuttora legata alla Valutazione d’impatto ambientale ferma al Ministero da 18 mesi) nemmeno un mese fa (la ditta vincitrice è la Massimo Pinto di Lucera con un ribasso d’asta del 53%).
Dunque, l’ultima data utile per sbloccare questa intricata situazione, e quindi per ricevere i fondi, era stata fissata dall’Ue al 30 giugno scorso, ed anche questa, evidentemente, non è stata rispettata dalla burocrazia regionale e nazionale.
FONDI FAS VS AIUTI DI STATO. “Entro il 27 settembre – ha spiegato la d’Ippolito – la Commissione europea dovrebbe pronunciarsi sulla legittimità del finanziamento al Gino Lisa”.
Una questione, questa, legata all’ipotesi della stessa Ue che almeno una parte di quei fondi preventivati possano essere configurati come “aiuti di Stato”.
La decisione europea sarebbe potuta arrivare prima, insieme al finanziamento e allo sblocco dei lavori, se, anche qui, come
ha spiegato il ministro Lupi nell’interrogazione parlamentare dello scorso maggio, la Regione non avesse tardato a spedire l’integrazione della documentazione richiesta da Bruxelles per la risoluzione dell’istanza.
L'INTERESSE DI RYANAIR FIN DAL 2002. Infine, in merito allo
scoop, lanciato da Michelangelo Borrillo sulla pagine del Corriere del Mezzogiorno, secondo il quale il referente italiano di Ryanair, John Alborante, non era mai stato informato dalla Regione Puglia dell’esistenza dello scalo aereo foggiano (oltre che di quello tarantino di Grottaglie), cosa che avrebbe impedito, di fatto, alla compagnia irlandese di opzionare la pista di Capitanata per i propri investimenti strategici e piani commerciali, Maria Luisa d’Ippolito ha precisato (avvalorando l’appeal dell’aeroporto foggiano), che in verità, Ryanair già nel 2002 aveva manifestato interesse per il Gino Lisa, senza mai, però, forse ieri come oggi, essere messa realmente in condizione di poter dare seguito a questa intuizione.
“Gli atti che dimostrano il pregresso interesse di Ryanair per il Gino Lisa sono tutti su www.ginolisa.it/casoryanair. Con questa documentazione - ha concluso la d’Ippolito – adesso vogliamo sollecitare un sopralluogo della compagnia d'oltremanica nella nostra città”.
I detrattori dello scalo foggiano, ora più che mai, sono avvisati.