"SERVONO DOCUMENTI UFFICIALI". Ma se Striscia ha provocato solo una ‘figuraccia’ al governatore regionale, ora Nichi Vendola deve vedersela con Riccardo Nencini, che ieri in visita a Foggia lo ha, di fatto, smentito. "La Regione – ha spiegato il viceministro - si è limitata a inviare a Roma una missiva di poche righe con la richiesta di inserimento del Gino Lisa. Una richiesta che per il ministero non poteva avere validità perché per questioni di questo tipo occorrono documenti ufficiali, ossia una delibera di giunta, che, però, non è mai arrivata”.
AVEVA RAGIONE CHI... In sostanza Nencini ha dato ragione a chi aveva accusato Vendola di superficialità (LEGGI: Gino Lisa, Vendola legge i giornali e scrive al ministro: ormai è il teatro dell’assurdo…). Ma soprattutto dà ragione al sindaco di Foggia, Franco Landella, che a proposito – a inizio agosto – aveva affermato: “Leggere la nota trasmessa dal presidente Vendola al Ministro Lupi mi ha lasciato senza parole. Come si può formulare un’istanza così importante con una lettera di sole poche righe? Come si può avanzare una richiesta di questa strategicità senza spiegarne le ragioni e senza corredarla dei necessari dati tecnici? Francamente mi pare che questo adempimento sia stato esperito quasi con fastidio piuttosto che con la voglia di difendere e rilanciare l’aeroporto 'Gino Lisa'" (LEGGI: Gino Lisa, Landella si infuria con Vendola: "Esca allo scoperto")
LE RISPOSTE CHE MANCANO. Ora, dunque, lasciando perdere il provolone, Nichi Vendola si trova a fare i conti con le dichiarazioni di un viceministro che lo sconfessa: almeno a lui, se non ai foggiani (tralasciando, per una volta, la pur deplorevole assenza di risposte sui voli della Blue Wings), vorrà rispondere?
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.