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Artisti contemporanei per il Giorno della Memoria, la mostra della Fondazione Monti Uniti

Sabato 27 gennaio, alle ore 18 nella sala “Rosa del Vento” della Fondazione, in via Arpi 152 a Foggia, si terrà l’inaugurazione della mostra “Artisti contemporanei per il Giorno della Memoria”, collettiva d’arte organizzata dalla Fondazione dei Monti Uniti in occasione delle celebrazioni internazionali per il Giorno della Memoria in ricordo delle vittime dell’Olocausto.

LIGUSTRO. “La partecipazione della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia alle commemorazioni cittadine del 27 gennaio con una serie di iniziative culturali dedicate alla Shoah è ormai una tradizione consolidata – ha dichiarato in una nota il presidente della Fondazione, Aldo Ligustro -. Quest’anno siamo molto soddisfatti della risposta alla nostra chiamata: sono, infatti, ben 40 gli artisti foggiani (o legati al nostro territorio) che hanno aderito a questo nuovo progetto, testimoniando ancora una volta grande interesse e profonda sensibilità, come ben evidenzia la pregevole qualità delle opere realizzate per l’occasione. La mostra che ne è scaturita, curata da Gianfranco Piemontese, intende evocare la tragedia della Shoah ricorrendo agli stilemi dell’arte contemporanea: esattamente il tipo di arte che i nazisti etichettarono come “degenerata” e che misero al bando (e al rogo) nel pieno della loro furia distruttiva”.

UNA GIORNATA DIVERSA. “Questo 27 gennaio non sarà, però, un Giorno della Memoria come gli altri – ha aggiunto il presidente Ligustro -. I tragici avvenimenti del 7 ottobre (i barbari eccidi compiuti dai miliziani di Hamas in territorio israeliano e la cruenta risposta di Israele nella striscia di Gaza) e le reazioni che ne sono seguite nell’opinione pubblica mondiale, rischiano di incrinare il clima di corale partecipazione che, al netto dei ricorrenti ma marginali rigurgiti neofascisti e neonazisti, vi è sempre stato intorno a questa ricorrenza. Il dibattito pubblico è invece oggi inquinato dalla riproposizione di vecchi quanto velenosi argomenti, come quello delle vittime che si trasformano in carnefici, e del parallelismo fra il genocidio di ieri e il presunto genocidio di oggi, che portano a offuscare il giudizio su fatti storicamente distanti e distinti, e a rimettere in discussione quanto si dava, sul piano storico e morale, per ormai acquisito, banalizzando e ridimensionando la portata della Shoah”.

RIBADIRE L'IMPORTANZA. “È invece necessario – ha infine concluso il presidente della Fondazione – ribadire tutta l’importanza di celebrare il Giorno della Memoria anche in questo difficile frangente, senza lasciarsi condizionare dalle polemiche in corso, sottolineando, da una parte, l’unicità della Shoah per via delle caratteristiche del genocidio avvenuto, nel cuore della civilissima Europa, durante la Seconda guerra mondiale, con la programmazione scientifica, la volontà di annullamento e le spietate modalità di esecuzione di intere componenti della comunità umana; dall’altra, riaffermando il valore universale di questa ricorrenza, quale momento di riflessione su uno degli eventi più scuri della nostra storia, e quale occasione di monito nei confronti di tutte le forme di razzismo, di discriminazione, di odio e di prevaricazione che oggi stanno di nuovo mettendo in pericolo l’umanità intera, per imparare a evitare gli errori del passato e ribadire con forza l’urlo “mai più Auschwitz!”, lanciato al mondo intero esattamente 80 anni fa, dopo la scoperta del più infame campo di sterminio dell’Olocausto”.

PIEMONTESE. “Bisogna partire dalla considerazione di 'arte degenerata' con cui il nazifascismo marchiava l’arte contemporanea, per comprendere quanto importante era ed è oggi la pratica artistica in Europa e nel resto del Mondo – ha sottolineato il curatore della mostra, Gianfranco Piemontese -. A testimoniare in questa collettiva l’attenzione verso la data del 27 gennaio sono i quaranta artisti e le importanti opere che ci hanno inviato, realizzate con tecniche diverse ma con un unico filo conduttore che le tiene insieme, fino a farle divenire un’opera corale contro la violenza assassina che ha generato uno dei più grandi genocidi che la storia degli ultimi secoli ricordi. Artiste e artisti di generazioni diverse che ci pongono, con i loro lavori, di fronte a riflessioni su un tema drammaticamente attuale: le opere esposte diventano così un importante momento di denuncia, grazie alle menti e alle mani degli artisti che le hanno prodotte”.

GLI ARTISTI. Le opere esposte sono degli artisti: Katia Berlantini, Nazario Bizzarri, Monica Carbosiero, Michele Carmellino, Rosalba Casmiro, Debora Cicconetti, Federico De Bellis, Daniela d’Elia, Antonio Di Michele, Fiorenzo Ferreri, Anna Fiore, Viola Gesmundo, Anna Maria Giagnorio, Rosanna Giampaolo, Francesco Paolo Maria Giuliani, Gigia Granato, Valerio Jarussi, Michele Lella, Nicola Liberatore, Antonio Torquato Lo Mele, Salvatore Lovaglio, Nelli Maffia, Francesca Maiorano, Matteo Manduzio, Gabriele Mansolillo, Giuliana Massaro, Guido Pensato, Martina Pesce, Giuseppe Petrilli, Stefania Piccirilli, Fabiola Raddato, Mario Raviele, Pietro Ricucci, Piero Roca, Enzo Ruggiero, Concetta Russo, Giuseppe Santamaria, Sinuhe da Foggia, Lorenzo Tomacelli, Daniela Tzvetkova, Ubaldo Urbano.

INFO. La mostra resterà in allestimento nella galleria della Fondazione, in via Arpi 152 a Foggia, dal 27 gennaio al 17 febbraio 2024 e sarà visitabile tutti i giorni, dal lunedì al sabato (esclusi domenica e festivi), dalle ore 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. Ingresso libero.

di Redazione 


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