Il giudice De Benedictis: “Mi dimetto per la vergogna”, i soldi nascosti all’interno di prese elettriche
È stato beccato in flagrante negli uffici della procura di Bari con in mano una busta piena di banconote. Il giudice De Benedictis, ignaro di essere intercettato e pedinato dai Carabinieri, aveva poco prima intascato la somma di 6mila euro nell’abitazione dell’avvocato Giancarlo Chiariello e si era poi tranquillamente recato a lavoro.
CON LA MAZZETTA IN PROCURA. I particolari emergono dalla lunga nota della procura leccese, titolare dell’inchiesta che ha portato nella mattinata di oggi – sabato 24 aprile – all’arresto del gip De Benedictis, noto anche nel Foggiano per aver firmato numerose ordinanze a carico della Società. La svolta nelle indagini è avvenuta lo scorso 9 aprile. Il giudice era nella stanza del suo ufficio all’interno della quale, tuttavia, i carabinieri avevano provveduto a installare videocamere di sorveglianza. Mentre era intento a spostare la busta della mazzetta appena intascata dal giubutto alla tasca dei pantaloni, i militari hanno fatto irruzione. Il magistrato ha immediatamente confessato il reato e, cioè, di aver ricevuto la somma di denaro “per il disturbo”, disturbo consistito nell’aver tramutato in arresti domiciliari, la custodia in carcere di Antonio Ippedico, imprenditore agricolo foggiano di 49 anni titolare della Poa, contiguo alla Società foggiana secondo quanto emerso dall’operazione “Grande Carro”.
I NASCONDIGLI. “Mi dimetto per la vergogna” ha subito messo a verbale De Benedictis. I carabinieri si sono, poi, spostati nella sua abitazione. Duranta la perquisizione sono state ritrovate numerose mazzette di importo variabile dai 2 ai 16mila euro per un totale di 60mila euro, tutte occultate all’interno delle prese elettriche. Elementi di prova, secondo gli inquirenti, che confermano l’accusa di corruzione.
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