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Giunta, il “caso Mari” non è più solo politico. Ora diventa una battaglia di genere

La protesta della Commissione Pari Opportunità

Altro che volponi. Ormai il “caso” Ilaria Mari - la prima delle elette del Nuovo Centro Destra che lamenta la mancata nomina a vicesindaco di Foggia perché vittima di un diktat di partito (GUARDA L'INTERVISTA) – lascia il terreno prettamente politico e diventa una battaglia di genere.
IL "CASO MARI". Ad alimentare la polemica ci pensa Rosa Cicolella, presidente della Commissione Pari Opportunità Regione Puglia, che entra a gamba tesa nella dinamica di partito. “Le donne si candidano, arrivano prime, hanno competenze, ma non basta - tuona la Cicolella - . Tutto viene risucchiato e annullato da quelle perverse logiche dei partiti che ancora fanno resistenza e che in alcuni casi prevalgono. È quello che sembra essere accaduto a Ilaria Mari candidata a Foggia con NCD e prima eletta con 762 preferenze! Eppure nonostante la sua ottima affermazione abbiamo assistito all'ennesimo balletto che i politici di lungo corso sanno inscenare quando bisogna far fuori una donna a cui sta per essere riconosciuto il suo impegno!”.
LA POLEMICA. Un attacco impietoso ai vertici del partito di Alfano che di istituzionale ha davvero poco. La polemica, a questo punto, da politica diventa partitica: “Dunque non bastano le norme! Fino a quando non riusciremo ad abbattere una cattiva cultura politica che ancora è forte nei partiti le pari opportunità resteranno una interminabile tela di Penelope”. E poi l’elogio alla Mari: “Questa volta – evidenzia la Cicolella - una donna ha saputo tutelare la sua dignità non accettando offerte al ribasso ma chiedendo rispetto di un metodo e pieno riconoscimento ad un impegno di non poco valore”.
"BRAVO LANDELLA". “La CPO regione Puglia – conclude la nota della Cicolella - nel ringraziare tutte le donne candidate in questa tornata amministrativa in Puglia, e riconoscendo al Sindaco Landella il rispetto della parità di genere nella formazione della sua giunta, stigmatizza questo episodio increscioso che non solo ignora il valore di una donna, ma offende la dignità di tante altre di qualunque colore politico che candidandosi attraggono un consenso che non può essere usato per finalità che nulla hanno a che fare con il valore della rappresentanza e del buon governo di una città”.

di Redazione 


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