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I LETTORI SEGNALANO/ Io, guarita dal Covid ma 'invisibile' per l'Asl: "Niente green pass anche se ne ho diritto"

C’è chi se ne crea uno falso. E chi, invece, ne avrebbe diritto ma non riesce a riceverlo. Il green pass continua a far discutere, tra boicottaggi e disservizi. L’ultimo di numerosi casi è stato segnalato alla nostra redazione da una lettrice che ha raccontato la sua vicenda, probabilmente simile a quella di tanti altri, circa "l’impossibilità di ottenere il green pass, pur avendone diritto e le aleatorie risposte dei numerosi centri contattati".

LA VICENDA. La donna, la cui lettera è firmata ma che preferisce restare anonima, ha fatto il primo vaccino Astrazeneca il 25 marzo 2021. In data 21 aprile è risultata positiva al Covid, dal quale è guarita il 14 maggio. All’anagrafe vaccinale risulta la malattia e la guarigione. Come previsto dalle norme in vigore, potrebbe ricevere il green pass. Eppure, “dal 6 agosto – ricostruisce la signora – ho fatto innumerevoli tentativi, contattando i vari centri, numeri verdi, medico di base, la farmacia ecc, per avere il green pass, ma stranamente il mio nominativo non risulta inserito in nessun portale. È come se non fossi conosciuta dalla Asl, eppure la stessa Asl (e centro vaccinale) a suo tempo ha rilasciato il certificato della prima vaccinazione”. Vani tutti i tentativi. La donna è andata al Presidio vaccinale in Fiera, dove più volte le hanno detto di chiamare il 1500 per richiedere info e la generazione del codice. L’operatore al numero verde, invece, verificando i dati ha constatato che la donna non è inserita nella piattaforma, con l’invito a rivolgersi alla Asl per l’inserimento dei dati. Alla Asl, però, sostengono che non è loro competenza inserire i dati. Una situazione surreale, con il medico di base che ha confermato di aver inserito la guarigione della signora. In tutto questo, la farmacia non è in grado di emettere il certificato perché la signora non risulta nella piattaforma.

LE SEGNALAZIONI. “Dopo altri tentativi – ribadisce la signora - tramite il 1500 la risposta è stata che si tratta di un ritardo della Regione Puglia”. Nonostante le diverse segnalazioni dell’anomalia al sito ufficiale del Governo e alla Regione Puglia, la situazione non si sblocca. “Siamo oramai alla fine di agosto e devo effettuare una serie di spostamenti a breve, tramite mezzi pubblici e non posso essere costretta a fare ogni volta tamponi a pagamento. Ci si chiede, a questo punto: ma i tanto paventati e pubblicizzati dati che vengono propinati ogni giorno sulla organizzazione ottimale per il rilascio di questo oramai agognato certificato fino a che punto sono veri?”

di Redazione 


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