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Guerra di mafia/ Omicidio Rocco Dedda, nuovo arresto per Giuseppe Albanese VIDEO

Personale della Polizia di Stato, in esecuzione dell’ordinanza impositiva della custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Bari, ha tratto in arresto Giuseppe Albanese, già detenuto grazie all’operazione “Decima azione” presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, in quanto gravemente indiziato di aver commesso l’omicidio di Rocco Dedda, avvenuto a Foggia il 23 gennaio 2016. L’inchiesta, coordinata da Lidia Giorgio e Simona Filoni, sostituti Procuratori presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, trae origine dall’efferato omicidio di Dedda: nell’occasione, due individui colpirono mortalmente l’uomo con numerosi colpi d’arma da fuoco, mentre Dedda si trovava all’interno della sua abitazione, nel quartiere Candelaro, unitamente alla sua convivente e al figlio di soli quattro anni.

LE ANALISI. Grazie a sofisticate tecniche d’indagine di analisi del traffico telefonico ed analisi delle immagini delle telecamere cittadine, corroborate in un secondo momento da dichiarazioni di collaboratori di giustizia, gli investigatori hanno raccolto un importante quadro indiziario a carico di Albanese, inquadrando l’omicidio di Dedda nel contesto della sanguinosa guerra di mafia esplosa a Foggia nel settembre 2015 tra le batterie “Moretti-Pellegrino-Lanza” e “Sinesi-Francavilla”. Difatti, sulla scorta di quelle risultanze investigative la D.D.A. di Bari ha emesso decreto di fermo di indiziato di delitto, eseguito dagli investigatori della Squadra mobile di Foggia e del Servizio Centrale Operativo della polizia di Stato in data 21 novembre 2018 subito dopo il funerale di Rodolfo Bruno, esponente di rilievo della batteria “Moretti-Pellegrino-Lanza”, ucciso il 15 novembre dello scorso anno.

DECISIONI E RICORSI. Tale provvedimento è stato poi convalidato con ordinanza del GIP presso il Tribunale di Foggia, cui è seguita l’emissione di ordinanza custodiale da parte del GIP presso il Tribunale di Bari. Tuttavia, il 14 gennaio 2019, in accoglimento del ricorso presentato dal difensore di Albanese, il Tribunale di Bari ha disposto l’annullamento dell’ordinanza custodiale a suo carico. Il ricorso per Cassazione presentato dalla Procura distrettuale di Bari, si è poi concluso con l’accoglimento delle doglianze rappresentate dal PM titolare dell’indagine. Il 23 dicembre, il Tribunale della Libertà di Bari, chiamato a pronunciarsi a seguito della decisione della Suprema Corte, ha rigettato la richiesta di riesame presentata dal difensore di Albanese, ordinandone la carcerazione in ragione dei gravi indizi di colpevolezza raccolti a suo carico relativamente all’omicidio di Rocco Dedda.

LA GUERRA DI MAFIA. Tale decisione, dunque – concludono dalla questura – convalida la fondatezza e solidità dell’impianto accusatorio già esplicitato dalla Direzione Distrettuale Antimafia nel decreto di fermo di indiziato di delitto, certificando altresì la bontà del lavoro investigativo svolto dagli operatori della Squadra Mobile di Foggia e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, che ha permesso di dare un volto a uno degli autori di un cruento fatto di sangue posto in essere in Foggia e frutto della sanguinosa guerra di mafia in corso tra le batterie dei “Moretti-Pellegrino-Lanza” e dei “Sinesi-Francavilla”.

di Redazione 


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