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Olga, ucraina che vive a Foggia: “Sono preoccupata per i miei parenti. Noi ci sentiamo europei, servono sanzioni”

Da quasi vent'anni in Italia ma con stretti legami col paese d'origine


“Il mio papà e mia nonna sono in Ucraina, vicino Leopoli. Sono davvero preoccupata per loro e per i tanti amici che vivono a Kiev. Sono davvero sgomenta per quello che sta accadendo. La guerra fa già paura quando la guardi in tv ma è inimmaginabile capire cosa si sente quando accade in luoghi che conosci benissimo”.

DALL'UCRAINA A FOGGIA. Olga è una donna ucraina che da quasi 20 anni si è trasferita a Foggia insieme a sua mamma, giunta in città per lavoro. È originaria di Novovolyns’k, città a 100 chilometri da Leopoli, sul confine occidentale. Il suo papà vive tuttora lì, così come sua nonna, e il pensiero in questi giorni è costantemente rivolto a loro: “Fortunatamente sul fronte occidentale la situazione sembra un po’ più calma ma la preoccupazione resta tanta. Sono in continuo contatto con loro e con i tanti amici che vivono a Kiev o nei dintorni”.

L’ESPERIENZA A KIEV. Olga, infatti, per un anno ha vissuto a Kiev. Si è trasferita a Foggia a 19 anni quando già da un anno frequentava l’università nella capitale. “L’esperienza fatta a Kiev mi permette di affermare con certezza che la propaganda di Putin è assolutamente falsa. Non c’è mai stata discriminazione della minoranza di lingua russa. In tanti frequentavano la facoltà e ogni attività era organizzata in bilingue”.

LA TESTIMONIANZA DEGLI AMICI. Proprio dagli amici di Kiev sono arrivate le testimonianze più angoscianti: “Il primo giorno di guerra ho contattato un’amica che vive vicino all’aeroporto di Boryspil, nei pressi della capitale. Sono stati bombardati alle cinque del mattino e, quando l’ho sentita, stavano cercando di fuggire con grandi difficoltà, avendo una bambina piccola. Di notte dormono in rifugi di fortuna, ho ricevuto alcune foto della bambina e mi sono davvero commossa”.

LA STORIA DELL’UCRAINA. Olga conosce bene la storia del suo paese. Fino all’ultimo momento aveva escluso un intervento militare così massiccio da parte della Russia: “Due delle ventiquattro regioni dell’Ucraina sono rivendicate da Putin sin dal 2014, si tratta del Donetsk e del Lugansk. Pur sperando che non ci fosse mai un attacco, ho pensato fino all'ultimo giorno che, nell’ipotesi più negativa, sarebbe stato limitato a queste due regioni. E invece è successo l’inimmaginabile. E pensare che intere famiglie hanno parenti in Russia, io stesso ho una cugina che si chiama Tatiana che vive lì. Del resto lo stesso popolo russo è contrario alla guerra”.

LA REAZIONE. Olga racconta la reazione immediata da parte della popolazione ucraina: “Sono nate varie proteste e diversi movimenti per dire no alla guerra. D’altra parte è subito emersa una grande voglia di resistere, di combattere e non arrendersi per difendere i valori del nostro paese. Quello che mi fa letteralmente saltare dalla sedia è il modo in cui è stato giustificato l’attacco. Il racconto dell’Ucraina come un paese nazista è totalmente falso, sarebbe come dire che l’Italia è fascista. Ci sono gli estremisti nazionalisti ma si tratta di una netta minoranza. Noi invece ci sentiamo europei e amiamo i valori della democrazia”.

L’APPELLO. Da qui un appello ai paesi occidentali: “Non è possibile creare un precedente politico di tale portata. Ciò che ha fatto Putin è inaccettabile” ragiona Olga. “La guerra ora è in Ucraina ma se non si agisce in maniera decisa ognuno di noi potrebbe ritrovarsela in casa. Anche nel 2014 si parlò di sanzioni ma non furono efficaci. Spero che siano applicate sanzioni in modo ferreo e anche la questione tempo è importante. Fate presto: non è solo una questione dell’Ucraina ma dell’intera Europa”.

di Michele Gramazio


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