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I lanzichenecchi di Alain Elkann “scuotono” i giornalisti di Repubblica: “contenuti classisti, ci dissociamo”

Il Comitato di redazione contro il papà del proprietario

A qualche ora dal “Breve racconto d’estate” pubblicato il 24 luglio sulla testata fondata da Eugenio Scalfari, intitolato “Sul treno per Foggia con i giovani lanzichenecchi”, arriva la reazione del Comitato di redazione dei giornalisti di Repubblica. Contro Alain Elkann, padre di John Elkann, presidente del gruppo Gedi che edita il noto quotidiano romano.

UNO SFORZO DI UMILTA’. “Questa mattina la redazione ha letto con grande perplessità un racconto pubblicato sulle pagine della Cultura del nostro giornale – si legge nella nota inviata a colleghe e colleghi – a firma del padre dell’editore. Considerata la missione storica che si è data Repubblica sin dal primo editoriale di Eugenio Scalfari, missione confermata anche ultimamente nel nuovo piano editoriale dove si parla di un giornale ‘identitario’ vicino ai diritto dei più deboli, e forti anche delle reazioni raccolte e ricevute dalle colleghe e dai colleghi, ci dissociamo dai contenuti classisti contenuti nello scritto. Per i quali peraltro siamo oggetto di una valanga di commenti critici sui social che dequalificano il lavoro di tutte e tutti noi, imperniato su passione, impegno e uno sforzo di umiltà”.

IL RIFERIMENTO MISTERIOSO A FOGGIA. Una presa di posizione doverosa, considerati il tono e il tenore dell’articolo sul cui senso, tanto sui social network che altrove, ancora ci si interroga. Così come resta quanto meno misterioso o in mala fede quel riferimento a Foggia nel titolo del pezzo, accostato ai famigerati soldati mercenari che saccheggiavano le città e che, secondo Manzoni, avrebbero trasmesso nel Belpaese la peste. Intanto, l’articolo di papà Elkann – che racconta di un “fastidioso” viaggio in treno insieme con alcuni adolescenti – è diventato virale, sbeffeggiato e criticato da più parti, culturali e politiche – persino il presidente Giuseppe Conte, foggiano di origine, si è interrogato sul “dramma”, come scrive, vissuto dallo scrittore.

ERRRORE BLU. Infine, sempre sui social, sorvolando sulle inezie addotte dall’autore dell’articolo, qualcuno ha anche sottolineato quello che, nell’universo Elkanniano, può essere considerato un errore madornale. Quando parla della “Ricerca del tempo perduto” di Proust – si perdoni la traduzione in italiano del titolo – che avrebbe tentato di leggere il protagonista del raccontino, si fa riferimento al capitolo intitolato “Sodoma e Gomorra”. Elkann lo inserisce nel secondo volume della monumentale opera dello scrittore francese ma, come puntualizzano in molti, detto capitolo compare invece nel quarto volume. Un errore da penna blu – stilografica, ovviamente.

di Redazione 


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