Stampa questa pagina

Il caso De Zerbi, va in scena Foggia in tutto il suo provincialismo

De Zerbi si De Zerbi no, la Foggia dei cachi. Canterebbero così Elio e le Storie Tese se avessero passato le giornate a cavallo di Ferragosto a seguire la telenovela foggiana dell'esonero del tecnico rossonero, del suo possibile reintegro e della definitiva rottura. Degna del miglior romanzo d’amore Harmony anni ’80, la saga rossonera rispetta fedelmente lo schema narrativo: il fragile equilibrio iniziale, gli eroi (in questo caso più che altro “primedonne”), il conflitto e la risoluzione finale con l’instaurarsi di un nuovo, per ora fragile, equilibrio. Best seller 2016 sotto l’ombrellone dei tifosi foggiani, staccato Ken Follett.

TEATRINO. Definito il gioco delle parti, si va in scena. E non è un bel vedere. Provincialismo, nell’accezione negativa del termine: ‘atteggiamenti caratterizzati da limitatezza culturale, meschinità di gusto e di giudizio’ (Treccani) a contraddistinguere gli attori principali. A poche ore dal tanto agognato galluccio, quando il tifoso rossonero si apprestava al Ferragosto con una serenità e un ottimismo che aveva dimenticato di possedere e l’ambiente rossonero naufragava tra proclami d’amore, gioia e felicità, su arcobaleni e unicorni - tutti uniti verso l’unico oBiettivo - il tempo di cuocersi il sugo ed ecco d'emblée il colpo di scena: cambio d’allenatore a due settimane dal fischio d’inizio della stagione più importante degli ultimi anni. Insomma a pochi metri dal traguardo, tutto a puttane. Come da copione.

IL TITOLO DI SERIE A. Zito, Donnarumma, Rummenigge, Speroni, qualunque sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso dell’orgoglio e della presunzione di tutte le parti coinvolte, nulla giustifica gli atteggiamenti immaturi e dilettantistici partoriti. Lo si ripete da tempo: Foggia ha una società da serie A, ha (aveva) un mister da serie A, un pubblico da serie A. Fin quando ci si continuerà a masturbare con titoli autoattribuiti da un giorno all’altro (almeno nei primi due casi), si continuerà solo a fomentare la derisione altrui, vedi media nazionali in questi giorni, pisani un mese fa, beneventani due mesi fa, ecc.

GLI IDOLI. Eppure a Foggia, nonostante negli anni si sono visti tanti falsi profeti molti sembrano non essere ancora stanchi di farsi prendere in giro, quasi ci godano. Occorre smetterla di fabbricare fenomeni dove non ve ne sono e di comportarsi come tredicenni al concerto di Justin Bieber con il campioncino o lo stratega di turno. Ci vantiamo tanto di aver calcato palcoscenici di altro livello ma probabilmente la maturità l’abbiamo lasciata su quei campi invece di trasmetterla.

LA PASSIONE RESTA. La colpa non è solo di chi fa il bello e cattivo tempo giocando sulla fede dei tifosi; è anche di quegli pseudotifosi che creano falsi idoli di cartone e fanno credere a società, allenatori e giocatori di essere qualcosa di più di semplici numeri. Solo numeri di passaggio: un puntino nella storia di una passione infinita. La nostra. E allora fate pure i vostri interessi, come è giusto che sia, ma siate anche uomini e abbiate rispetto di quella passione di cui vi sentite padroni perchè forse lo sarete pure, ma voi avete una scadenza, noi no.

LA MAGLIA E LA PASSIONE. “Solo per la maglia” cantano gli ultras. Quello slogan, ora più che mai, dovrebbe assumere per tutti quel significato che da sempre ha per pochi. La maglia: l’unica cosa che c’è sempre stata, c’è e ci sarà. L’unica che merita amore e soprattutto rispetto. Gli altri, che siano campioncini ventenni, allenatori alle prime armi o improvvisati dirigenti devono guadagnarselo, in tanti modi, sicuramente non a parole. Proviamo a cogliere questa ennesima occasione per far sì che quel provincialismo smetta di essere sinonimo di limite culturale, di ignoranza, di egoismo e assuma l’accezione positiva di unità, compattezza, umiltà, grinta. E per una volta scegliamo il profilo basso, per i miti di Stroppalandia c’è sempre tempo.

di Tufo Edgardo


 COMMENTI
  • Gaetano

    18/08/2016 ore 13:05:05

    non ho capito una mazza!!!!
  •  reload