È la più amata dagli italiani, simbolo dell'amore coniugale, ma anche di quello per i figli. Si prende amorevole cura dei giovani che alleva nel nido. È ben voluta dalla gente, che ne saluta sempre con gioia la presenza e la considera tra gli animali selvatici preferiti. Nell'ambito dei 'Cicogna Days' in tutta Italia, anche in Capitanata la Lipu, lo scorso 8 giugno, ha promosso la visita dei siti di nidificazione della specie presso il comprensorio di Monte Aquilone, nei pressi di Manfredonia. Ed il video realizzato dalla Lega Italiana Protezione Uccelli di Capitanata racconta le scene a cui si sono imbattutti i visitatori che hanno partecipato al 'Cicogna Days'.
L'INIZIATIVA Proveniente dall'Africa tropicale e meridionale, la cicogna bianca attraversa in primavera il deserto del Sahara e arriva in Europa attraverso lo stretto di Gibilterra, il Bosforo e, in misura minore, lo stretto di Messina. Di qui, la necessità di tutelare con maggior cura le aree in cui la cicogna nidifica e si alimenta. Nell'occasione, dunque, è stato possibile osservare la cicogna bianca a debita distanza mentre si prendeva cura del nido e dei suoi pulcini.
NO ALL'ENERGAS Anche per questo la Lipu di Puglia dice 'NO alla distruzione di quest'area, NO al progetto Energas. Lo dice la Cicogna, lo dice la LIPU, dillo anche Tu'. Quasi 20 gli ettari interessati, caratterizzati da habitat prioritario a pascolo steppico, ricadenti in SIC, ZPS, IBA, contigui al Parco Nazionale del Gargano e contemplati dall'istituendo Piano Paesistico: 12 grandi serbatoi, parcheggi, edifici, senza contare rete viaria e ferroviaria di servizio, con opere accessorie e 10 km di gasdotto fino al porto di Manfredonia attraverso la spiaggia di Siponto e il mare. "E' la riesumazione di un progetto presentato nel 1999 dalla stessa società, allora Isosar. Si concluse con un parere ambientale negativo e scia di contenziosi, ricorsi al TAR e vertenze tra società, istituzioni e la LIPU" è scritto nella nota della LIPU. Oltre ad ospitare la nidificazione e sostenere specie faunistiche di rilievo e in forte diminuzione, come Occhione e Lanario, quest'area rappresenta una attrattiva per gruppi di Cicogne che si alimentano di ortotteri qui abbondanti.
“Basta ulteriore e inutile consumo di territorio, a maggior ragione in siti di grande importanza come la ZPS in esame – afferma Enzo Cripezzi, della LIPU - . La riproposizione di questo vecchio progetto è un brutto segnale dopo la condanna comunitaria sostenuta dalla LIPU proprio per la distruzione delle stesse zone contermini a causa del malgoverno indotto con il Contratto d'Area”. Da alcuni mesi, infatti, la procedura di VIA (Valutazione d'Impatto Ambientale) è in atto presso il Ministero dell'Ambiente e nel gennaio scorso la LIPU ha trasmesso articolate osservazioni nell'ambito della stessa procedura. “Abbiamo controdedotto in ordine alla incoerenza rispetto alle pianificazioni energetiche e alle vocazioni territoriali – continua Cripezzi - oltre che rispetto alle incidenze negative sulla ZPS e sull'area Parco, sul cui confine, strumentalmente individuato a suo tempo (!), insisterebbe questo faraonico bubbone paesaggistico”. In via preliminare è stata contestata anche l'illegittimità della stessa procedura di Valutazione Ambientale. Infatti emergono inadempienze formali sul rispetto degli obblighi degli avvisi pubblici del procedimento e si registra la indisponibilità dello “studio di incidenza”, una relazione obbligatoria e ineludibile per verificare gli effetti sulla biodiversità e sulla ZPS ma il proponente rimanda semplicemente a un elaborato depositato al 1999. Anche per quanto riguarda “sicurezza” e “alternative di progetto”, la società si limita a rimandare a quanto proposto 15 anni fa. La LIPU, dunque, ha coinvolto il Ministero dell'Ambiente, deputato ad esprimersi sulla VIA, ma anche Ente Parco del Gargano e Regione Puglia per i pareri al procedimento. Anche Comune di Manfredonia e Provincia di Foggia devono formalmente dire la loro. Da questi Enti la LIPU si aspetta una seria assunzione di responsabilità con un diniego al progetto. “Invitiamo Energas a desistere – concludono alla LIPU - e a rivalutare questo territorio che non può essere considerato ancora con le stesse logiche di 15 anni or sono. E' nell'interesse di tutti. Anche di Energas”.