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Il Comando Forestale dello Stato raccoglie "L'Urlo della Foresta" sul Gargano

I dati di un'operazione contro il furto di legname

Una vera e propria attività di controllo e tutela dell'ambiente effettuata, a largo raggio, negli ultimi quattro mesi in tutte le zone boschive della provincia di Foggia per contrastare l’insidioso fenomeno dei furti di legname operati nel “polmone verde” della Puglia: lo sperone d'Italia. E’ l’operazione “L’urlo della Foresta” avviata dal comando regionale di Bari, d’intesa con il comando provinciale di Foggia e il coordinamento territoriale per l’ambiente del Gargano per monitorare lo “stato di salute” delle zone boschive garganiche e contrastare efficacemente gli interventi forestali abusivi o irregolari, i disboscamenti e i furti di legname nell’intero Promontorio. 
I DATI. Dall’ottobre del 2012 al gennaio del 2013, tale attività ha visto 220 agenti del Corpo Forestale dello Stato impegnati, 74 pattuglie impiegate, 450 turni effettuati e oltre 32mila euro di sanzioni comminate. Al termine di questo primo quadrimestre di attività sono stati effettuati oltre 50 controlli, denunciate 27 persone - note e ignote con provvedimenti relativi a tagli furtivi di alberi, danneggiamento e alterazione degli habitat forestali e alla devastazione del paesaggio - ed effettuati 16 sequestri penali. Una presenza massiccia e costante, che ha coinvolto anche i reparti specializzati provenienti dalle altre province pugliesi per disporre un’attività mirata a contrastare efficacemente quegli interventi forestali abusivi o irregolari che possano compromettere il territorio.
IL FENOMENO. Da tempo, infatti, sul Gargano sembra operare una vera e propria associazione a delinquere che, attraverso l’azione di alcune ditte boschive compiacenti e senza scrupoli, sottopone questo territorio a continui e ripetuti tagli di alberi in modo irrazionale e abusivo, distruggendo così enormi quantità di boschi di proprietà di privati e di enti pubblici e devastando paesaggi unici nel loro genere. Un fenomeno che rischia di mettere seriamente a repentaglio l’intero ecosistema garganico che, con il resto delle zone boschive del Foggiano, costituisce il 60% del patrimonio boschivo dell’intera regione Puglia. Nello specifico, l’attività ha interessato i complessi boscati della Difesa San Matteo, Parco Villani, Coppa Ferrata, Monte Spigno, Bosco Sant’Eligio, Monte Sacro, Bosco Rozzo Alto, Pineta Marzini, Bosco Spinapulci e la distesa di Bosco Quarto che dal Manfredoniano si apre al territorio tra Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo.
NUMERO PER EMERGENZE 1515. "Il primo risultato conseguito - si legge nella relazione finale - è stato quello della visibilità dovuto alla rilevante presenza di pattuglie forestali all’interno dei boschi del Gargano. Questa presenza massiccia ha avuto un’importante effetto deterrente e ha contribuito ad aumentare in modo significativo la percezione di sicurezza nelle aree rurali e montane della popolazione. I controlli effettuati dagli agenti forestali hanno riguardato anche il trasporto e il commercio di legname con la verifica di tutti i depositi di materiale legnoso, al fine di ricostruire la filiera bosco-legna da ardere e accertare eventuali reati di ricettazione". Sono stati controllati numerosi mezzi di trasporto con verifiche dei carichi e controllo dei documenti di trasporto della merce. Purtroppo, come ha evidenziato il comandante regionale, Giuseppe Silletti, si registra ancora una scarsa collaborazione della cittadinanza nel segnalare, anche attraverso segnalazioni anonime, abusi del territorio o situazioni di evidente irregolarità al numero 1515. 

di Redazione 


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