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Il complice rimane bloccato all'ingresso e manda all'aria la rapina in banca

Torremaggiore, preso uno dei due rapinatori

I fatti risalgono alla  mattina del 3 maggio 2013 quando il ventiduenne Paolo Selvaggi, in concorso con un'altra persona in corso di identificazione, provava a rapinare la Banca Credem di Torremaggiore. La visione delle immagini estrapolate dall’impianto di videosorveglianza della banca (riportate in questo video) e la raccolta di numerose testimonianze hanno permesso ai carabinieri di San Severo di ricostruire dettagliatamente i concitati momenti della rapina all’interno dell’istituto e di emanare un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Selvaggi. L'accusa è di rapina aggravata in concorso ai danni di un istituto di credito.
 
IL COMPLICE BLOCCATO NELLA CELLULA DI SICUREZZA. A mandare il piano in frantumi è stato il complice del ventiduenne sanseverese il quale, nel tentativo di entrare in banca, dopo aver indossato anche lui come il Selvaggi una calzamaglia scura, restava bloccato all'esterno, nella bussola di sicurezza. A quel punto, il rapinatore successivamente identificato, già entrato in banca e per giunta a volto scoperto, nel tentativo di far sbloccare la cellula di sicurezza e liberare il complice, raggiungeva uno dei due cassieri presenti minacciandoli con un taglierino. Il cassiere però, causa la concitazione del momento, non riusciva a sbloccare la bussola.
 
UN TAGLIERINO ALLA GOLA. Il Selvaggi a quel punto, vedendo che il complice era impossibilitato ad entrare, prelevava dalla postazione di lavoro del cassiere un monitor ed una stampante, scaraventandoli violentemente a terra verso il dipendente, al fine di intimorirlo e di cercare di risolvere così l’imprevisto. L’impossibilità del cassiere di sbloccare la porta faceva salire la tensione all’interno dell’istituto bancario con il rapinatore che, vedendo il complice ancora bloccato, scavalcava improvvisamente il bancone delle casse e si dirigeva verso un secondo cassiere, brandendo il taglierino verso la gola dello stesso e ferendolo lievemente. Il malcapitato riusciva poi a scappare via rifugiandosi nel caveau, mentre il collega finalmente dava lo sblocco alla bussola, permettendo così la fuga al secondo rapinatore, di fatto mai entrato in banca.
 
MAGRO BOTTINO. Il rapinatore però, poco prima di fuggire, riusciva a portare via ad un pensionato una banconota di cento euro, poggiata poco prima durante un'operazione di routine: chiaro esito di un colpo andato a male a causa dell'imprevisto occorso al complice. I Carabinieri, giunti sul luogo teatro della vicenda, trovavano i presenti in evidente stato di shock e fortemente provati dalle minacce e violenze subite. 
 
L'IDENTIFICAZIONE. In ogni caso, ad identificare il ventiduenne sono state le impronte digitali e, soprattutto, le testimonianze dei presenti. E questo, nonostante una prima fase di indagini che, di fatto, non ha dato esito a nulla, considerato che i primi rilievi delle impronte (per entrare in banca, il Selvaggi aveva lasciato la sua nel lettore del sistema di sicurezza), inviate al Raggruppamento Investigazioni Scientifiche (R.I.S.) di Roma, non aveva dato alcun riscontro. Tuttavia, tempo dopo, lo stesso rapinatore della Credem di Torremaggiore veniva arrestato per analogo reato e sottoposto, ad opera di altro reparto dell’Arma, a foto segnalamento e rilievi dattiloscopici. Questo permetteva di riattivare le indagini precedentemente sospese, confermando l'identità del ventiduenne anche per la rapina di Torremaggiore. L’Autorità Giudiziaria competente emetteva, pertanto, ordinanza di custodia cautelare in carcere, sulla scorta di tali evidenze investigative. Il Selvaggi è, ad oggi, ristretto presso la Casa circondariale di Foggia, in attesa del processo.
I fatti risalgono alla  mattina del 3 maggio 2013 quando il ventiduenne Paolo Selvaggi, in concorso con un'altra persona in corso di identificazione, provava a rapinare la Banca Credem di Torremaggiore. La visione delle immagini estrapolate dall’impianto di videosorveglianza della banca (riportate in questo video) e la raccolta di numerose testimonianze hanno permesso ai carabinieri di San Severo di ricostruire dettagliatamente i concitati momenti della rapina all’interno dell’istituto e di emanare un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Selvaggi. L'accusa è di rapina aggravata in concorso ai danni di un istituto di credito.
IL COMPLICE BLOCCATO NELLA CELLULA DI SICUREZZA. A mandare il piano in frantumi è stato il complice del ventiduenne sanseverese il quale, nel tentativo di entrare in banca, dopo aver indossato anche lui come il Selvaggi una calzamaglia scura, restava bloccato all'esterno, nella bussola di sicurezza. A quel punto, il rapinatore successivamente identificato, già entrato in banca e per giunta a volto scoperto, nel tentativo di far sbloccare la cellula di sicurezza e liberare il complice, raggiungeva uno dei due cassieri presenti minacciandoli con un taglierino. Il cassiere però, causa la concitazione del momento, non riusciva a sbloccare la bussola.
UN TAGLIERINO ALLA GOLA. Il Selvaggi a quel punto, vedendo che il complice era impossibilitato ad entrare, prelevava dalla postazione di lavoro del cassiere un monitor ed una stampante, scaraventandoli violentemente a terra verso il dipendente, al fine di intimorirlo e di cercare di risolvere così l’imprevisto. L’impossibilità del cassiere di sbloccare la porta faceva salire la tensione all’interno dell’istituto bancario con il rapinatore che, vedendo il complice ancora bloccato, scavalcava improvvisamente il bancone delle casse e si dirigeva verso un secondo cassiere, brandendo il taglierino verso la gola dello stesso e ferendolo lievemente. Il malcapitato riusciva poi a scappare via rifugiandosi nel caveau, mentre il collega finalmente dava lo sblocco alla bussola, permettendo così la fuga al secondo rapinatore, di fatto mai entrato in banca.
MAGRO BOTTINO. Il rapinatore però, poco prima di fuggire, riusciva a portare via ad un pensionato una banconota di cento euro, poggiata poco prima durante un'operazione di routine: chiaro esito di un colpo andato a male a causa dell'imprevisto occorso al complice. I Carabinieri, giunti sul luogo teatro della vicenda, trovavano i presenti in evidente stato di shock e fortemente provati dalle minacce e violenze subite. 
L'IDENTIFICAZIONE. In ogni caso, ad identificare il ventiduenne sono state le impronte digitali e, soprattutto, le testimonianze dei presenti. E questo, nonostante una prima fase di indagini che, di fatto, non ha dato esito a nulla, considerato che i primi rilievi delle impronte (per entrare in banca, il Selvaggi aveva lasciato la sua nel lettore del sistema di sicurezza), inviate al Raggruppamento Investigazioni Scientifiche (R.I.S.) di Roma, non aveva dato alcun riscontro. Tuttavia, tempo dopo, lo stesso rapinatore della Credem di Torremaggiore veniva arrestato per analogo reato e sottoposto, ad opera di altro reparto dell’Arma, a foto segnalamento e rilievi dattiloscopici. Questo permetteva di riattivare le indagini precedentemente sospese, confermando l'identità del ventiduenne anche per la rapina di Torremaggiore. L’Autorità Giudiziaria competente emetteva, pertanto, ordinanza di custodia cautelare in carcere, sulla scorta di tali evidenze investigative. Il Selvaggi è, ad oggi, ristretto presso la Casa circondariale di Foggia, in attesa del processo.

di Redazione 


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