Il concetto è semplice: “Abbiamo perso quasi tre anni”. Firmato: l’azienda Bio Ecoagrim. C’è da registrare un nuovo capitolo nell’annosa questione della puzza tra Foggia e Lucera. Ed è un altro punto a favore dell’azienda lucerina: il Consiglio di Stato ha infatti accolto, con sentenza n. 05386/2013 del 12.11.2013, il ricorso della Bio Ecoagrim srl ratificando che la capacità lavorativa dell'impianto di compostaggio è di 230 mila tonnellate di rifiuti organici e fanghi da trasformare in concime.
DA 83 MILA A 230 MILA TONNELLATE. I giudici dell'Alta Corte giudiziaria hanno ordinato alla Provincia di Foggia, nel termine ultimo di 30 giorni, il rilascio incondizionato delle autorizzazioni per la trasformazione in concime di 230 mila tonnellate di rifiuti annui, invece degli 83 mila attuali, con un aggravio di 300 euro al giorno per ogni giorno di ritardo, fatto salvo il diritto della Bio Ecoagrim a richiedere il risarcimento dei danni subiti fino ad oggi.
UN “INGIUSTIFICATO” FRENO. “Si tratta di un’ennesima vittoria giudiziaria – spiegano dall'azienda - che tuttavia non potrà mai restituire a Lucera e ai lucerini il grave danno sociale ed economico determinato da questo ingiustificato freno”. Secondo i titolari dell’azienda già dall’incontro a palazzo Mozzagrugno nel giugno del 2011 è stata manifestata la massima e immediata disponibilità alla trasformazione del processo produttivo non solo per eliminare definitivamente gli odori dell’azienda, ma anche per poter procedere contestualmente all’ampliamento. Una proposta che sarebbe stata snobbata dalla classe politica.
POLITICO DELLA PAGNOTTA. “Malgrado la nostra disponibilità – aggiungono dall'azienda -, al politico della “Pagnotta”, non interessava, e totalmente incurante del danno che avrebbe potuto provocare all’azienda Bio Ecoagrim, ai lavoratori, all’economia del paese e dell’indotto ha snobbato l’incontro con i vertici della Bio Ecoagrim e si lanciava nei suoi soliti attacchi sterili populisti chiedendo l’intervento delle Istituzioni che a loro volta facevano il loro corso bloccando la crescita dell’azienda in più occasioni e per molteplici motivi”.
FORZA LAVORO A QUOTA 500. Da quell’incontro nella sede comunale lucerina sono passati circa tre anni. Tempo che l'azienda – spiegano i titolari - avrebbe potuto adoperare per ultimare i lavori di ampliamento, eliminare definitivamente gli odori di produzione e portare la forza lavoro a ben 500 unità lavorative. “Con la decisione del Consiglio di Stato – concludono dall'azienda – si chiude un tassello importante per Bio Ecoagrim e con l’arrivo di altre autorizzazioni, già da tempo richieste e in corso di perfezionamento, l’azienda potrà finalmente realizzare a breve, salvo ulteriori attacchi non previsti, il nuovo impianto in ambiente anerobico garantendo nuove assunzioni, in totale assenza di odori. Ora, più che mai, bisogna che la classe politica che vuole veramente bene al suo paese, si rimbocchi le maniche, mettendosi al lavoro per accelerare il restante iter burocratico ancora necessario per ottenere il rilascio delle autorizzazioni ad edificare il nuovo impianto”.