“Non e' possibile che i sacrifici e gli sforzi di risanamento compiuti negli ultimi anni dagli Atenei del Sud vadano a favore di quelli del Nord e che il nuovo sistema del turn over previsto dal decreto Carrozza vada a rafforzare chi e' forte e ad indebolire chi e' debole''. Lo sostengono i deputati pugliesi del Pdl-Fi, Rocco Palese, Antonio Distaso, Gianfranco Chiarelli, Benedetto Fucci, Roberto Marti, Elvira Savino e Francesco Paolo Sisto che interrogano il ministro della Ricerca e dell'Università, Maria Chiara Carrozza, chiedendo di rivedere quanto prima il Decreto pubblicato il 17 ottobre scorso e che sta gia' facendo insorgere la meta' delle Universita' italiane. Dalla tabella allegata al decreto, risulterebbero ''fortemente penalizzati Atenei come Bari e Foggia, a meno 66%, e fortemente favoriti altri Atenei come ad esempio il Sant'Anna di Pisa, l'Ateneo di cui proprio il ministro Carrozza era Rettore e che, certamente per mera coincidenza, risulta primo in classifica con un turn over possibile addirittura del 964%''.
E' dunque polemica per il decreto Carrozza sul turn-over di assunzioni nell'università italiana per il 2013. Il decreto, che presenta nel suo dna la "spending review" dell'ex premier Monti, mantiene il vincolo del 20 percento al turn-over, ripartendo (questa volta diversamente dal recente passato) "a livello nazionale" le risorse derivanti dai pensionamenti dell'anno precedente in ciascun ateneo. Il provvedimento inoltre non fissa massimali per le nuove assunzioni, che verranno effettuate in ciascuna università in base ai "punti organico" calcolati sull'indice Isef del presunto "merito economico", che segue 3 parametri: indebitamento; spese per il personale; tasse universitarie e cessazioni. L'effetto della ripartizione a livello nazionale è che molta parte delle risorse economiche risparmiate dalle università del Sud verrà ceduta agli atenei del Nord. In questo modo il Sant'Anna di Pisa, di cui ex-rettore fu proprio l'attuale ministro all'Istruzione Maria Chiara Carrozza, potrà assumere personale per un numero che ammonta addirittura a più del doppio dei suoi pensionamenti dello scorso anno. Nella classifica degli atenei premiati dal nuovo decreto seguono Roma Tre, Parma, Bologna, la Ca' Foscari di Venezia, il Politecnico di Torino. Fortemente penalizzate le università del Sud, con picchi negativi preoccupanti proprio Bari e Foggia.
A Foggia, infatti, viene decurtato quasi il 10 percento dei "punti organico" guadagnati sulle cessazioni professionali dello scorso anno.
E così si solleva, immediata, la protesta bipartisan delle istituzioni pugliesi: da una parte i parlamentari del Pdl, dall'altra il governatore Nichi Vendola, che dichiara "L'obiettivo ormai esplicito è demolire le università del Sud". A fargli eco il rettore uscente dell'Università di Foggia, Giuliano Volpe, che aggiunge: "E' la prosecuzione di un piano diabolico iniziato dagli ex-ministri Gelmini e Profumo. Si vuole portare l'università del Sud al collasso. Temo per il futuro dell'ateneo foggiano, che, di questo passo, potrebbe essere costretto a chiudere i battenti e la cui autonomia, in questi anni, abbiamo difeso con i denti. Con il decreto Carrozza - conclude Volpe - molti nuovi professori e ricercatori di Capitanata saranno costretti a emigrare al Nord per lavorare e l'università di Foggia resterà svuotata anche di risorse umane. E' necessario che la rete dei rettori del Sud e i parlamentari pugliesi avviino una grande battaglia, trasversale, affinché le cose cambino e le nostre università non muoiano".
Anche Giannicola De Leonardis, presidente della settima Commissione Affari Istituzionali della Regione Puglia, esprime la propria “profonda amarezza per l’ennesimo attacco all’Università certificato dal Ministro Carrozza col decreto pubblicato il 17 ottobre scorso”.
“Di fatto - commenta De Leonardis - una pietra tombale sulle università meridionali e su quelle di Foggia e Bari in particolare. Un decreto che va allora profondamente modificato e cancellato nella sua impostazione e filosofia, per chiudere finalmente con odiose discriminazioni e introdurre nuovi ed equi criteri nella ripartizione delle risorse disponibili e nelle politiche di reclutamento e assunzione di nuovo personale”. E auspica, insieme “a una mobilitazione trasversale dei parlamentari e degli atenei meridionali, iniziative concrete e urgenti da parte del Consiglio regionale dopo l’allarme lanciato dal Presidente Nichi Vendola: è la Puglia tutta che deve contestare una politica miope e autolesionista, e intervenire per scongiurare un disastro annunciato”, conclude De Leonardis.
Sulla questione arriva, infine, anche la nota del sindacato universitario Link Foggia: "La pubblicazione del Decreto ministeriale 'Punti organico 2013' firmato dalla Ministra Carrozza si inserisce all’interno del progetto di distruzione di tanti atenei nel sud Italia. Tra tanti atenei meridionali nel mirino del Miur - sottolinea Link - la situazione delle Università di Foggia e Bari risulta assolutamente allarmante, fatto certificato anche dalla dichiarazioni dei rispettivi rettori. I punti organico in questione si calcolano su indici riferiti all’indebitamento, alle spese per il personale e alle tasse studentesche, che, stante gli aumenti effettuati negli ultimi anni, restano tra le più basse di Italia”, commenta il sindacato.
“Questo ennesimo colpo assestato all’Università degli Studi di Foggia - dichiara Regina Barile, referente di LINK Foggia - ci induce a pensare che un aumento delle contribuzione studentesca sarà inevitabile, determinando per l’ennesima volta lo scarico, sulle famiglie degli studenti, dei tagli diretti ed indiretti operati a livello nazionale. Queste scelte incideranno tantissimo sulle immatricolazioni dei prossimi anni”.
“Non e' possibile che i sacrifici e gli sforzi di risanamento compiuti negli ultimi anni dagli Atenei del Sud vadano a favore di quelli del Nord e che il nuovo sistema del turn over previsto dal decreto Carrozza vada a rafforzare chi e' forte e ad indebolire chi e' debole''.
LA PROTESTA DEL PDL. Lo sostengono i deputati pugliesi del Pdl-Fi, Rocco Palese, Antonio Distaso, Gianfranco Chiarelli, Benedetto Fucci, Roberto Marti, Elvira Savino e Francesco Paolo Sisto che interrogano il ministro della Ricerca e dell'Università, Maria Chiara Carrozza, chiedendo di rivedere quanto prima il Decreto pubblicato il 17 ottobre scorso e che sta gia' facendo insorgere la meta' delle Universita' italiane. Dalla tabella allegata al decreto, risulterebbero ''fortemente penalizzati - fanno notare i parlamentari pugliesi - Atenei come Bari e Foggia, a meno 66%, e fortemente favoriti altri Atenei come ad esempio il Sant'Anna di Pisa, l'Ateneo di cui proprio il ministro Carrozza era Rettore e che, certamente per mera coincidenza, risulta primo in classifica con un turn over possibile addirittura del 964%''.
IL DECRETO CARROZZA. E' dunque polemica per il decreto Carrozza sul turn-over di assunzioni nell'università italiana per il 2013. Il decreto, che presenta nel suo dna la "spending review" dell'ex premier Monti, mantiene il vincolo del 20 percento al turn-over, ripartendo "a livello nazionale" (diversamente dal recente passato in cui il conteggio veniva fatto sul singolo ateneo) le risorse derivanti dai pensionamenti dell'anno precedente nelle università. Il provvedimento inoltre non fissa massimali per le nuove assunzioni, che verranno effettuate in ciascuna università in base ai "punti organico" calcolati sull'indice Isef del presunto "merito economico", che segue 3 parametri: indebitamento; spese per il personale; tasse universitarie e cessazioni. L'effetto della ripartizione a livello nazionale è che molta parte delle risorse economiche risparmiate dalle università del Sud verrà ceduta agli atenei del Nord. In questo modo il Sant'Anna di Pisa, di cui ex-rettore fu proprio l'attuale ministro all'Istruzione Maria Chiara Carrozza, potrà assumere personale per un numero che ammonta addirittura a più del doppio dei suoi pensionamenti dello scorso anno. Nella classifica degli atenei premiati dal nuovo decreto seguono Roma Tre, Parma, Bologna, la Ca' Foscari di Venezia, il Politecnico di Torino. Fortemente penalizzate le università del Sud, con picchi negativi preoccupanti proprio per Bari e Foggia. A Foggia, infatti, viene decurtato quasi il 10 percento dei "punti organico" guadagnati sulle cessazioni professionali dello scorso anno.
VENDOLA-VOLPE: "PROGETTO DIABOLICO". E così si solleva, immediata, la protesta bipartisan delle istituzioni pugliesi: da una parte i parlamentari del Pdl, dall'altra il governatore Nichi Vendola, che dichiara: "L'obiettivo ormai esplicito è demolire le università del Sud". A fargli eco il rettore uscente dell'Università di Foggia, Giuliano Volpe, che aggiunge: "E' la prosecuzione di un piano diabolico iniziato dagli ex-ministri Gelmini e Profumo. Si vuole portare l'università del Sud al collasso. Temo per il futuro dell'ateneo foggiano, che, di questo passo, potrebbe essere costretto a chiudere i battenti e la cui autonomia, in questi anni, abbiamo difeso con i denti. Con il decreto Carrozza - conclude Volpe - molti nuovi professori e ricercatori di Capitanata saranno costretti a emigrare al Nord per lavorare e l'università di Foggia resterà svuotata anche di risorse umane. E' necessario che la rete dei rettori del Sud e i parlamentari pugliesi avviino una grande battaglia, trasversale, affinché le cose cambino e le nostre università non muoiano".
DE LEONARDIS: "PIETRA TOMBALE SUL SUD". Anche Giannicola De Leonardis, presidente della settima Commissione Affari Istituzionali della Regione Puglia, esprime la propria “profonda amarezza per l’ennesimo attacco all’Università certificato dal Ministro Carrozza col decreto pubblicato il 17 ottobre scorso”. “Di fatto - commenta De Leonardis - una pietra tombale sulle università meridionali e su quelle di Foggia e Bari in particolare. Un decreto che va allora profondamente modificato e cancellato nella sua impostazione e filosofia, per chiudere finalmente con odiose discriminazioni e introdurre nuovi ed equi criteri nella ripartizione delle risorse disponibili e nelle politiche di reclutamento e assunzione di nuovo personale”. E auspica, insieme “a una mobilitazione trasversale dei parlamentari e degli atenei meridionali, iniziative concrete e urgenti da parte del Consiglio regionale dopo l’allarme lanciato dal Presidente Nichi Vendola: è la Puglia tutta che deve contestare una politica miope e autolesionista, e intervenire per scongiurare un disastro annunciato”, conclude De Leonardis.
DE LEONARDIS: "PIETRA TOMBALE SUL SUD". Anche Giannicola De Leonardis, presidente della settima Commissione Affari Istituzionali della Regione Puglia, esprime la propria “profonda amarezza per l’ennesimo attacco all’Università certificato dal Ministro Carrozza col decreto pubblicato il 17 ottobre scorso”. “Di fatto - commenta De Leonardis - una pietra tombale sulle università meridionali e su quelle di Foggia e Bari in particolare. Un decreto che va allora profondamente modificato e cancellato nella sua impostazione e filosofia, per chiudere finalmente con odiose discriminazioni e introdurre nuovi ed equi criteri nella ripartizione delle risorse disponibili e nelle politiche di reclutamento e assunzione di nuovo personale”. E auspica, insieme “a una mobilitazione trasversale dei parlamentari e degli atenei meridionali, iniziative concrete e urgenti da parte del Consiglio regionale dopo l’allarme lanciato dal Presidente Nichi Vendola: è la Puglia tutta che deve contestare una politica miope e autolesionista, e intervenire per scongiurare un disastro annunciato”, conclude De Leonardis.
LINK: "FAMIGLIE PENALIZZATE". Sulla questione arriva, infine, anche la nota del sindacato universitario Link Foggia: "La pubblicazione del Decreto ministeriale 'Punti organico 2013' firmato dalla Ministra Carrozza si inserisce all’interno del progetto di distruzione di tanti atenei nel sud Italia. Tra tanti atenei meridionali nel mirino del Miur - sottolinea Link - la situazione delle Università di Foggia e Bari risulta assolutamente allarmante, fatto certificato anche dalla dichiarazioni dei rispettivi rettori. I punti organico in questione si calcolano su indici riferiti all’indebitamento, alle spese per il personale e alle tasse studentesche, che, stante gli aumenti effettuati negli ultimi anni, restano tra le più basse di Italia”, commenta il sindacato. “Questo ennesimo colpo assestato all’Università degli Studi di Foggia - dichiara Regina Barile, referente di Link Foggia - ci induce a pensare che un aumento delle contribuzione studentesca sarà inevitabile, determinando per l’ennesima volta lo scarico, sulle famiglie degli studenti, dei tagli diretti ed indiretti operati a livello nazionale. Queste scelte incideranno tantissimo sulle immatricolazioni dei prossimi anni”.