Un sabato sera così amaro neppure il più pessimista dei tifosi poteva immaginarlo. Il Foggia crolla 4-0 in casa contro il Pescara e sprofonda in una crisi senza fine. E pensare che nel primo tempo Peralta e compagni avevano dato concreti segnali di vita, spentisi però dopo l’1-0 ospite. Da lì, il Foggia non ha praticamente più giocato meritandosi i fischi dello Zaccheria. Boscaglia torna al 4-2-3-1 con Nobile in porta, Leo, Sciacca, Di Pasquale e Costa in difesa, Petermann e Di Noia a comporre la diga di centrocampo e D’Ursi, Schenetti, Peralta dietro al confermatissimo Vuthaj. Colombo risponde con un 4-3-2-1 e si affida a Cuppone e Desogus alle spalle di Lescano per far male alla difesa rossonera. Primo tentativo del Foggia con Petermann dalla distanza che non impensierisce Plizzari, mentre poco dopo Leo e Schenetti cincischiano in area pescarese e sprecano.
LE OCCASIONI. Il Foggia parte bene, cerca spesso i capovolgimenti di fronte. Più pericoloso però il Pescara che con un tiro forte ma centrale di Desogus costringe Nobile all’angolo. Al 13’, invece, è Milani a farsi vedere in area ma da buona posizione calcia fuori. La gara è piacevole, si gioca da una parte e dall’altra e Peralta al 17’ si mette in proprio e per poco non centra l’angolo del “sette” alla sinistra di Plizzari. Il Foggia cerca maggiormente il gioco sulle fasce con continue sovrapposizioni mentre il Pescara punta alle ripartenze in contropiede sfruttando la velocità dei suoi esterni. Al 26’ per poco D’Ursi non trova la deviazione vincente a due passi da Plizzari sugli sviluppi di una rimessa laterale, mentre poco dopo Vuthaj che stacca bene bene su cross di Leo ma mette a lato. I rossoneri si fanno vedere di più nella metà campo avversaria. Prima del riposo gli abruzzesi mettono i brividi allo Zaccheria con un contropiede sprecato da Lescano che, anziché servire Cuppone liberissimo davanti a Nobile, fa tutto da solo calciando alto sopra la traversa. Ma al 43’ gli incubi si materializzano: Lescano coglie al meglio un cross dalla destra e fulmina Nobile a due passi per il vantaggio abruzzese che chiude la prima frazione.
IL TRACOLLO. Nella ripresa Boscaglia cambia subito: fuori Peralta e dentro il giovane Tonin. Ci prova subito Costa che cerca l’eurogoal dalla distanza senza fortuna. Al primo affondo, però, il Pescara raddoppia: Milani è bravo a inserirsi in area e brucia Nobile per il 2-0 ospite. Il Foggia accusa il colpo e lascia campo agli avversari che ci provano soprattutto dalla distanza. Gli attacchi rossoneri sono spesso imprecisi e Plizzari può dormire sogni tranquilli. Al 65’ sul Foggia piove sul bagnato: Di Pasquale ferma con le maniere forti Cuppone che si stava lanciando in contropiede e si guadagna anzitempo gli spogliatoi. Boscaglia prova a correre ai ripari rimpolpando la difesa con Papazov per D’Ursi, mentre nel Pescara dentro Tupta per Cuppone e Kolaj per Gyabuaa. Il Foggia non è pervenuto in attacco e al 75’ Lescano per poco non trova la terza rete su colpo di testa. Il tre a zero arriva puntuale al 77’ con Lescano, Tupta e Cancellotti che confezionano il 3-0 tra gli applausi ironici dello Zaccheria. La Sud perde la pazienza e invita Boscaglia ad andarsene. Gli ultimi dieci minuti sono un’agonia e gli ingressi di Frigerio per Petermann, Ogunseye per Vuthaj e Odjer per Di Noia servono solo per il tabellino. All’85’ il neo-entrato Vergani fa addirittura il 4-0 con un preciso tiro alle spalle di Nobile. Finisce in contestazione, con la Nord che “invita” i calciatori rossoneri a vergognarsi. Quella che doveva essere la gara del rilancio del Foggia si trasforma nel peggiore degli incubi rossoneri.