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Il Mancini day senza foggiani, la società protesta: "Senza tifosi, lasceremo lo stadio"

L'Acd Foggia calcio alza la voce. Forse troppo tardi...

C'è stato un solo momento di silenzio domenica scorsa, durante la conferenza stampa post – partita. Un lungo, emozionante silenzio. 
Quando a Gianluca Micale,è stato chiesto un ricordo di Franco Mancini (con il quale ha lavorato nella stagione del ritorno di Zeman), il baby portiere rossonero ha ricordato il consiglio più frequente del portierone di Matera: “Mi diceva di stare sempre alto e non avere paura. Come faceva sempre lui”. Pochi secondi di interminabile silenzio, poi in sala stampa qualcuno abbozza un sorriso e c'è chi si fa aiutare da un colpo di tosse per sciogliere l'emozione. 
C'è stato un solo momento di silenzio domenica scorsa, durante la conferenza stampa post – partita. Un lungo, emozionante silenzio. Quando a Gianluca Micale è stato chiesto un ricordo di Franco Mancini (con il quale ha lavorato nella stagione del ritorno di Zeman), il baby portiere rossonero ha ricordato il consiglio più frequente del portierone di Matera: “Mi diceva di stare sempre alto e non avere paura. Come faceva sempre lui”. Pochi secondi di interminabile silenzio, poi in sala stampa qualcuno ha abbozzato un sorriso e c'è chi si è fatto aiutare da un colpo di tosse per sciogliere l'emozione. 
LA CURVA  "MANCINI". È solo uno dei tanti esempi, forse il più recente a livello temporale, di quanto la figura di Franco Mancini sia ancora presente nel cuore dei tifosi rossoneri. E poi, come dimenticare in quella calda serata di fine agosto, durante la presentazione della nuova società, il coro spontaneo che coinvolse tutti i tifosi appena Pasquale Padalino citò il nome di Franco Mancini (accostandolo a un altro compiano mito rossonero, Vittorio Cosimo Nocera). E che dire di una curva – ancora tristemente vuota – intitolata al nome del portiere di Matera e di una tifoseria che ogni domenica ne urla il nome per celebrarlo. 
NON GIOCO PIU', ME NE VADO... Chissà se le riescono a comprendere tutte queste emozioni nei freddi uffici governativi. O forse, ingabbiati tra regole, documentazioni, carte, tessere e modelli, osservatori e uffici prefettizi hanno perso il contatto con la realtà. E con la passione “pulita”. Domenica, salvo passi indietro nell'ultima ora, i tifosi del Foggia a Matera non ci saranno. E non ci saranno neppure i dirigenti rossoneri. O meglio, assisteranno all'intitolazione della gradinata a Franco Mancini, per rendere onore e celebrare la sua figura, ma poi abbandoneranno l'impianto. Lo faranno per protesta. Contro un provvedimento definito eufemisticamente “paradossale” . 
La società ha anche comunicato di aver trasmesso una nota al sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, con cui si chiede di intervenire istituzionalmente nei confronti dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, affinché cessino i continui divieti per i tifosi foggiani a seguire la propria squadra nelle gare esterne. 
Forse non sortirà alcun effetto, ma almeno è un segnale. Quello che probabilmente andava dato un po' di tempo fa in Lega. A Napoli, contro il Ctl Campania, i tifosi foggiani sono stati aggrediti e non aggressori, eppure a distanza di mesi quello diventa il precedente più pericoloso per  vietare le trasferte. La società avrebbe dovuto “tutelarsi” prima, come nell'occasione di Trani: perché non inviare agli organi competenti il video con l'aggressione al direttore sportivo? 
LA BEFFA DI NAPOLI. La società ha anche comunicato di aver trasmesso una nota al sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, con cui si chiede di intervenire istituzionalmente nei confronti dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, affinché cessino i continui divieti per i tifosi foggiani a seguire la propria squadra nelle gare esterne. Forse non sortirà alcun effetto, ma almeno è un segnale. Quello che probabilmente andava dato un po' di tempo fa in Lega. A Napoli, contro il Ctl Campania, i tifosi foggiani sono stati aggrediti e non aggressori, eppure a distanza di mesi quello diventa il precedente più pericoloso per  vietare le trasferte. La società avrebbe dovuto “tutelarsi” prima, come auspicato anche da noi (Leggi: Agguato ai tifosi, ora squalifiche esemplari"). O come nell'occasione di Trani: perché non inviare agli organi competenti il video con l'aggressione al direttore sportivo?  
Oggi, intanto, resta l'amarezza. Domenica, però, anche a distanza lo grideranno tutti i foggiani: "Alè Mancini alè"

di Redazione 


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