Il mercatino etnico parte (ma non inaugura) con qualche contraddizione
E’ partito stamattina, alle 10.30 in Piazza Mercato, il mercatino etnico voluto dalle associazioni “Il Vangelo della Vita Onlus” e “Africa United” con la collaborazione dell'assessore alle Attività Economiche del Comune di Foggia, Eugenia Moffa. La prevista inaugurazione ufficiale slitta invece a domani per indisponibilità del sindaco Landella.
IL MERCATINO. Una bella iniziativa culturale, inserita in una zona da rivalorizzare dopo lo scempio del ‘trenino’, che ha visto stamattina i primi ragazzi organizzarsi con i loro stand, tra gli sguardi sorpresi e incuriositi di commercianti e residenti di zona. Forse un po’ abbandonati a se stessi in questo avvio di mercatino, complice anche l’inaugurazione ufficiale rimandata a domani, gli ambulanti hanno comunque colorato e animato la piazza, destando l’interesse di alcuni passanti che hanno ‘rotto il ghiaccio’ gironzolando tra le bancarelle e, in alcuni casi, intrattenendosi a fare due chiacchiere con i migranti, incuriositi dalle loro storie di provenienza.
LE CONTRADDIZIONI. Spiace però dover notare anche il rovescio della medaglia. Oltre all’indubbio valore culturale dell’iniziativa, il mercatino rappresentava ‘un'opportunità di visibilità e maggiore serenità per quegli ambulanti che osservano le regole, volta anche a contrastare la contraffazione e tutelare coloro che operano in maniera legale’, come specificato dall'amministratrice del Comune. Peccato che così non sia stato. Tra interessanti esposizioni d'arte tra pittura e artigianato, nonostante fossero stati vietati ‘articoli di abbigliamento, pelletteria e relativi accessori come borse, calzature e cinture’, alcuni ambulanti presentavano proprio questa tipologia di oggetti. Appuntamento e valutazioni rimandate a domani con la presentazione ufficiale di un’iniziativa che resta valida e a cui va dato massimo sostegno.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.