"Quando nasce zemanlandia Franco Mancini è già portiere del Foggia. Non è ancora l’Higuita dei Sassi, ma lo diventerà presto. Nello scacchiere zemaniano, tutto votato alla ricerca costante del gol, il ruolo del portiere è quasi un optional. I riflettori sono puntati su altri ruoli, non certo sul numero uno. Eppure Zeman intuisce presto che quel diciottenne di Matera, con la faccia scavata uguale ai contadini di Carlo Levi, i riccioli al vento e la passione per musica di Bob Marley, fotografia e immagine di un calcio che poteva essere e che non è stato, può essere un tassello importante per il sogno che sta costruendo in terra di Capitanata”. E’ così che Oscar Buonamano descrive Franco Mancini nel libro ‘Il Pescara di Zeman’, il volume scritto con Sergio Cinquino (Carsa edizioni) che ripercorre la trionfante cavalcata della squadra di calcio del Pescara che lo scorso anno ottenne la promozione in serie A. Una promozione frutto di un calcio spettacolare ed offensivo, di un “calcio positivo, continuio collettivo e fluido”. Di un “ennesimo miracolo calcistico di Zeman, arrivato in una squadra di molti esordienti”. In 18 capitoli, dunque, Oscar Buonamano, nato a Foggia ma residente a Pescara, ripercorre quella stagione, quella splendida impresa sportiva. Un’impresa che lega con maggior forza il nome di Zeman con quello di Franco Mancini, scelto dal tecnico boemo come preparatore dei portieri bianco-celesti. Per questo, ieri sera, il convegno ‘Etica e regole nel mondo dello sport’, è stato anche un modo per parlare del libro, ma soprattutto per parlare di Mancini, a cui è dedicato un capitolo de ‘Il Pescara di Zeman’.
ZEMAN COME FALCONE E BORSELLINO “Sono andato via da Foggia nel 1984, prima di zemanlandia – dice Buonamano - . Ma sono diventato subito tifoso di Zeman, del suo calcio spettacolare. Di Zeman mi ha sempre appassionato il suo essere un eroe-culturale. Lo metto sul livello di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, perché anche senza avere la necessità di parlare è riuscito a far approvare una legge sul doping; perché ha denunciato la corruzione nel mondo del calcio pagando un prezzo altissimo: è stato in esilio per 14 anni”. Troppi, tanti, per chi alla bellezza del calcio coniuga la difesa dei valori sani. “Dopo è tornato – prosegue Buonamano – ed ha riaffermato la bellezza del suo calcio, di un grande lavoro di preparazione che c’è dietro ad ogni azione. Del resto, molto spesso gli allenamenti di Zeman sono più spettacolari delle partite ufficiali”. Probabilmente, però, quello che più conta è che dopo l’esperienza in Lega Pro con il Foggia, Zeman torna a vincere. Anzi a stravincere nella stagione 2011/2012 il campionato di serie B con il Pescara, totalizzando 83 punti in 42 partite: 26 vinte, 5 pareggiate e 11 perse. 12 le vittorie in trasferta. Il marchio di fabbrica, ovviamente, è stato il gol: 90 realizzati, 55 subiti. La lega di serie B ha assegnato questi premi: Pescara migliore squadra del campionato, Zeman miglior allenatore, Insigne miglior attaccante e Immobile capocannoniere del torneo.
IL LEGAME CON MANCINI Poi, Buonamano approfondisce il rapporto speciale che lega Zeman e Mancini con Pescara, nato in una sola stagione di campionato. “Lui e Franco hanno costruito un legame molto forte con la città di Pescara. Franco è sempre ricordato dalla tifoseria abruzzese, anche se il suo cammino purtroppo si è interrotto prima. Ho provato a capire le origine di questo legame, come sia nato e la risposta l’ho trovata nel fatto che agli allenamenti c’erano sempre molte persone, circa duemila tifosi che venivano ad incoraggiare la squadra. E probabilmente – evidenzia – è proprio durante gli allenamenti che hanno avuto modo di conoscere Franco, di instaurare un’empatia, una simpatia che rivedevano anche in Anania, il portiere titolare”. Per questo, il 12 maggio del 2012, il giorno del ritorno in serie A, “dopo la vittoria della promozione – ricorda Buonamano – i calciatori si sono tolti la maglia e sotto ne avevano una con la dedica a Franco Mancini. Ma a stupire sono stati anche i tifosi, che prima ancora di festeggiare la storica promozione hanno intonato dei cori per Franco. Con loro si era creato un rapporto molto forte che non sarà dimenticato”.