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Il Polibus di Emergency per i migranti

L’ambulatorio mobile gira la provincia di Foggia per prestare assistenza sanitaria

Il Polibus di Emergency per garantire l’assistenza sanitaria ai migranti che vivono in provincia di Foggia. In modo particolare, ai cittadini stranieri impegnati nella raccolta dei frutti della terra e che contribuiscono ad alimentare l’economia della Capitanata. Cecilia Strada è stata di parola. La presidentessa di Emergency lo aveva promesso in occasione nel corso dell’inaugurazione del nuovo anno accademico dell’Università degli Studi Foggia. E da ieri l’ambulatorio mobile dell’associazione fondata dal medico−chirurgo Gino Strada, è tornato in Capitanata per girare le aree in cui si registra una maggiore affluenza di lavoratori migranti-stagionali. Obiettivo: garantire il diritto alla salute, portare assistenza sanitaria anche nelle zone più distanti dai normali presidi sanitari.

LE AREE DI INTERVENTO - E così, a bordo del Polibus anche per stagione estiva è confermata la presenza dell’autista, di un medico, di un’infermiera e di due mediatori culturali. Ghetto di Rignano, Borgo Tre Titoli, campo nomadi di Arpinova, masseria Cicerone. Sono questi i punti in cui, al momento, gli operatori sanitari di Emergency presteranno il loro intervento. Intervento che, ripensando ai numeri dello scorso anno, si rivelerà preziosissimo per quanti necessitano di cure e di assistenza sanitaria. Lo scorso anno, infatti, sono state oltre duemila le visite effettuate e più di novecento pazienti incontrati.

I DATI DELLO SCORSO ANNO - E secondo la relazione finale fornita dagli stessi operatori dell’associazione umanitaria, la maggior parte dei migranti presentavano affezioni osseo-articolari, muscolo-scheletrico, dovute al duro lavoro svolto nei campi, al continuo sfruttamento a cui erano sottoposti e al fatto di trascorrere tante ore della giornata sotto il sole. Tra le altre affezioni riscontrate, anche problemi alla dentatura derivati da una scorretta alimentazione. Ma non solo. Perché lo stare 12 ore al giorno a contatto con i frutti della terra aveva provocato delle intossicazioni dovute ai pesticidi che respirati durante la raccolta; senza dimenticare le malattie sulla pelle motivate dalla cattiva condizione igienico-abitativa in cui hanno vissuto

di Redazione 


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