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Il problema del Gargano sono gli "improvvisatori": la profezia del 1977

Un reportage di 36 anni fa sulla scarsa ospitalita'

“Se c’è una cosa che danneggia il Gargano sono gli improvvisatori”. Lo scrive la Gazzetta del Mezzogiorno, riportando esempi concreti di “imprenditori ex bibitari” incapaci di valorizzare l’immenso patrimonio naturalistico. Non affannatevi, però, a cercare l’articolo nella cronaca di oggi: quello che casualmente è passato sotto i nostri occhi durante una ricerca d’archivio è una copia del quotidiano datata 27 agosto 1977. Trentasei anni fa. Ovvio che una verità ancora così attuale “sparata” su un reportage giornalistico del secolo scorso, ci abbia incuriosito.
IL CAMPING MANACORE. L’articolo  – un viaggio turistico nelle bellezze del promontorio – è firmato da Franco Russo che, evidentemente ammaliato dal paesaggio, racconta la zona. “La strada - scrive Russo - intanto sale. Giù, in fondo, il mare è sempre splendido. Il verde della foresta sembra scivolare dolcemente in acqua”.  Arriva a un camping immenso, quello di  Manacore ma lo accoglie un cartello:  “Tutto esaurito”.  È un giornalista e vuol fare un reportage per mostrare le bellezze del posto, quindi i titolari dovrebbero avere tutto il piacere ad accompagnarlo in giro. "Tentiamo di visitare questo posto che indubbiamente è tra i più belli del promontorio - prosegue Russo - ma ne siamo quasi impediti. Ad un giovane spieghiamo chi siamo, lo scopo della visita. Chiediamo pertanto di parlare col proprietario, col  direttore, con qualcuno per avere anche, se fosse possibile, delle informazioni. Il giovane ci prega di attendere qualche istante, alza il ricevitore del telefono e forma un numero interno. Parlotta qualche istante e poi ci comunica: “Mi dispiace, il proprietario non può ricevervi. Tornate un’altra volta”.
ESAURITA ANCHE LA CORTESIA. “Ma come?” Sembra chiedersi Russo.  “Vero è - scrive - che i giornalisti sono abituati alle attese ed anche, a volte, ad assurdità di ogni genere, ma questo è davvero il  colmo. Eppure sapevamo che a Manacore l’ospitalità era di casa. La spiegazione l’abbiamo avuta più tardi. Il “camping” porta ancora il nome di Manacore ed è lo stesso nome della società milanese che l’ha inventato, ma è gestito da uno del posto, un tale Quaglia che una volta a Peschici vendeva bibite all’ingrosso. Ecco, se c’è una cosa che danneggia il Gargano sono proprio gli improvvisatori. Il Gargano ha bisogno di gente capace, non di gente che quando ha esposto il cartello “tutto esaurito” se ne sta a riposo, dimenticando la cortesia, se gli è mai stata nota".

L’EX BIBITARO. "A Peschici - racconta - , dove torniamo la sera, qualche amico del posto conviene che gente simile è la rovina dell’unica fonte di reddito di questa contrada. E qui si tratta proprio di quel grossista di bibite di cui si parlò all’inizio di questo viaggio, nel primo servizio. Probabilmente il passaggio di qualità (oggi è un imprenditore turistico) è stato troppo brusco perché si rendesse conto dei doveri (e delle convenienze) del suo nuovo stato".
“UN EURO AL PESCHICIANO, DUE EURO AL FORESTIERO”. Siamo troppo amanti del Gargano per parlarne male, ma siamo anche abbastanza realisti da leggere in questo articolo del 1977 (!) la piaga che, più di tutte, ancora attanaglia il Gargano. Manacore resta una splendida realtà – il 1977 è lontano, tante cose sono cambiate in quel favoloso camping – e le bellezze sono immutate. Pochi passi avanti, però, sono stati fatti da alcuni “imprenditori” locali, incapaci di valorizzare quel paesaggio. Del resto, solo qualche giorno fa ci hanno raccontato un episodio. A un bar di Peschici un ragazzino chiedeva al padre titolare il prezzo di un gelato per un cliente. La risposta è stata eloquente: “Quante volte te lo devo dire? Un euro per il peschiciano, due euro per il forestiero”. Tanto di cappello agli improvvisatori.

di Redazione 


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