Il questore vieta la manifestazione per la riapertura della Biblioteca, il Comitato insorge: "Metodo irrispettoso, contraddittorio e penalizzante"
Profonda indignazione. E' quella espressa dal Comitato per la riapertura della Biblioteca “la Magna Capitana” per la decisione del Questore della Provincia di Foggia, Dott. Alfredo D’Agostino, di vietare la manifestazione programmata per domani 22 novembre, dedicata esclusivamente al futuro della Biblioteca e al diritto della cittadinanza ad accedere ai luoghi della cultura.
Questa decisione - tuona il comitato - si inserisce in un allarmante modus operandi nazionale di compressione delle libertà fondamentali, tra cui la libertà di pensiero, di espressione e di riunione pacifica. "Non possiamo accettare che, a Foggia, si aggiunga un precedente gravissimo di limitazione di diritti costituzionali in assenza di motivazioni concrete e giuridicamente ineccepibili.
Nessuna propaganda elettorale: motivazioni pretestuose".
LA PROPAGANDA. Il Comitato - si legge nbella nota - reponge categoricamente il tentativo della Questura di far passare questa iniziativa come “propaganda diretta o indiretta”: non era infatti previsto alcun intervento di candidati/e, né presenza di simboli di partito. Non erano presenti né slogan né richiami al voto.
Anzi - spiegano i promotori - , il giorno del silenzio elettorale era stato scelto intenzionalmente per impedire strumentalizzazioni e tenere fuori la campagna elettorale da una battaglia civica che dura da due anni e mezzo. "La verità è semplice: stavamo difendendo la Biblioteca dall’inerzia del ceto politico tutto, non volevamo offrire a nessuno una passerella o ribadire le responsabilità politiche ed amministrative di questa prolungata chiusura, purtroppo ben note.
Metodo inaccettabile: gestione arbitraria e lesiva dei diritti".
LA QUESTURA. Per il Comitato, il metodo seguito dalla Questura è stato "irrispettoso, contraddittorio e penalizzante" e lo motiva approfondendo le tappe della vicenda. Il 15 novembre, dietro la minaccia del divieto - ricostruiscono i promotori -, è stato imposto il ridimensionamento da corteo a presidio, adducendo una generica “carenza di personale” — nonostante la presenza sul territorio di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale e nonostante nella città di Taranto – anch’essa interessata dalle elezioni regionali – fosse stata giustamente autorizzata una manifestazione di portata nettamente più ampia. Ciononostante, al fine di non elevare il livello della tensione e preservare l’obiettivo di svolgere la manifestazione, il Comitato ha accettato la modifica “suggerita” dalla Questura. Nei giorni successivi - prosegue la nota -, è stato addotto il nuovo pretesto della presunta propaganda elettorale indiretta, rifiutando ogni mediazione con il Comitato che, come sempre avviene in casi simili, aveva avanzato proposte concrete di mitigazione delle forme e dei toni (no interventi candidati/e, no slogan elettorali, messaggi unicamente diretti alla salvaguardia di un luogo di cultura) della pur legittima iniziativa. Inoltre - contesta il Comitato - la notifica del divieto, contrariamente a ogni prassi istituzionale corretta, è giunta solo nel giorno antecedente la manifestazione, rendendo scientemente impossibile adire il TAR Puglia per richiedere l’annullamento del provvedimento del Questore.
Questo modo di operare mina la certezza del diritto e tradisce lo spirito delle istituzioni democratiche.
LE DOMANDE. "Perché fermare la cittadinanza e non chi ha bloccato la Biblioteca?
È inquietante che si sia invocata tra le motivazioni addirittura la presenza di 'soggetti malintenzionati animati da intenti contestativi ed oppositivi', una motivazione che offende l’intelligenza della città e rivela una grave diffidenza verso i cittadini e le cittadine più attive e consapevoli.
Le autorità, anziché censurare la partecipazione democratica, dovrebbero verificare e chiarire perché un semplice adeguamento di un impianto antincendio (se ne fanno per decine di edifici pubblici, con impatti limitati sulle attività) abbia di fatto quasi paralizzato per 900 giorni un servizio pubblico essenziale (questo svolge una biblioteca) e individuare eventuali responsabilità di coloro che hanno sottratto per anni alla Capitanata il suo principale presidio culturale".
L'APPELLO. Infine, un appello alle forze sociali, democratiche e culturali a difesa della libertà di manifestazione
Invitiamo associazioni – a partire da quelle che hanno aderito all’Appello diffuso nei giorni scorsi – organizzazioni sindacali, realtà civiche, partiti e movimenti politici ad assumere una chiara posizione "contro questa decisione che colpisce la città impedendole perfino di informarsi sul futuro di un bene pubblico fondamentale e getta ombre sulla volontà di silenziare
Dinanzi a questa decisione il silenzio testimonierà la volontà di continuare ignorare il disastroso iter amministrativo dei lavori della Biblioteca e finanche di condividere una scelta liberticida".
LA CONFERENZA STAMPA URGENTE. "Chiediamo alle giornaliste e a i giornalisti - concludono - di partecipare ad una conferenza stampa urgente indetta per le 17.00 di sabato 22, dinanzi al Pronao della Villa Comunale e alla cittadinanza di aderire ad una mobilitazione virtuale, collegandosi dai canali social del Comitato.
La conferenza stampa avrà come unici argomenti: il commento e la critica avverso la decisione del Questore della Provincia di Foggia e la diffusione di informazioni – già pubbliche – in ordine all’iter amministrativo relativo all’affidamento dei lavori per la Biblioteca.
Proprio perché la Biblioteca deve tornare a vivere e la democrazia non deve arretrare chiariamo sin da subito che l’attività del Comitato per “la Magna Capitana” non verrà minimamente scalfita da questa assurdo divieto e chiediamo alla cittadinanza di Foggia e della Capitanata di non abbassare la guardia né farsi intimidire da misure che nulla hanno a che vedere con la sicurezza pubblica e molto invece con il controllo politico del dissenso.
Nel corso delle prossime settimane annunceremo una la nuova data di una grande manifestazione provinciale, per difendere la libertà di manifestazione del pensiero, per tutelare il diritto alla partecipazione e per ottenere la riapertura immediata della Biblioteca.
La città non si farà zittire".
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