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Il sindaco di Bari, Emiliano: "Per combattere la mafia, bisogna riconoscerla"

E assicura: "Mongelli è l'uomo giusto al momento giusto"

Quattro giorni fa l’accusa: “A Foggia la mafia si sente nell’aria”. Poi, la correzione del tiro. Prima un tweet a Foggia città Aperta: “Mie dichiarazioni dettate da amore per Foggia! Grido di battaglia contro la mafia!”, poi una telefonata chiarificatrice con il sindaco Gianni Mongelli, che ieri in conferenza stampa ha minimizzato la denuncia. L’unico modo per “chiudere il caso”, però, era tornare sulla vicenda. Ecco perché abbiamo raggiunto telefonicamente il primo cittadino barese.
Sindaco Emiliano, le sue parole hanno fatto molto discutere a Foggia, lo sa?
 “Lo immagino... Io comunque ho parlato anche in qualità di magistrato, ho lavorato molto nel Foggiano. Conosco bene la criminalità organizzata di Cerignola, dove abbiamo sradicato uno dei principali clan e conosco perfettamente quella di Foggia e San Severo. Abbiamo lavorato molto e dopo alcuni omicidi come quelli di Panunzio e Marcone la stretta è stata molto forte. Ora, invece, il momento è tornato gravissimo e io ho visto con molta preoccupazione l’omicidio di Giosuè Rizzi, in pratica il superboss della mafia a Foggia”.
Quindi, ritiene che la situazione sia particolarmente grave in questo momento?
Anche il procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati, ha sottolineato che  attualmente ci sono delle situazioni critiche con forti infiltrazioni mafiose. Le mie parole, lo ribadisco, erano dettate dall’amore per Foggia e dalla voglia di combattere la mafia. Il primo passo per riuscire a sconfiggerla è quella di riconoscerla e di nominarla”.

Però lei ha marchiato a fuoco la città di Foggia con quella espressione.
No, dire che esiste la mafia non significa dare delle etichette. La cattiva pubblicità non la fa uno slogan, la fanno tutti quelli che non vogliono combattere la criminalità”.

La battaglia passa dalle istituzioni. Su quelle di Foggia, qual è il suo giudizio?
Io ho molta fiducia sia nel prefetto, che ritengo una figura importante e qualificata, con cui mi sono soffermato a parlare molto della situazione. La ritengo una persona che può fare molto per Foggia. E confermo la mia stima al sindaco, Gianni Mongelli, che penso sia in questo momento la persona giusta al momento giusto.
 
Perché?
Perché come tutti i foggiani, ha finalmente perso la pazienza. Mongelli è una persona mite, ma non per questo poco autoritaria. E penso sia l’uomo che può concretizzare quel proverbio che recita ‘Guardati dall’ira del mite’”.

Eppure le classifiche lo collocano negli ultimi posti nell’indice di gradimento. Se le chiedessero di dare un consiglio per Mongelli cosa gli direbbe?
Le classifiche lasciano il tempo che trovano. Io penso che se a un grande timoniere si affida una barca che qualcuno ha provveduto prima a rendere quasi inidonea alla navigazione, è difficile dare la colpa allo skipper. Ora va riassestata la barca.

Tornando alla questione rifiuti, con che spirito l’Amiu arriva a Foggia?
L’Amiu e il Comune di Foggia hanno un solo fondamentale avversario: i clan che si sono infiltrati nell’azienda. Tra l’altro, oltre alle carte processuali non c’è un’altra spiegazione per il fallimento di un’azienda che fino a sei – sette anni fa aveva i conti in regola.

Insomma, lei conferma il suo slogan: Bonifichiamo Foggia, nel senso di fare pulizia per strada, ma soprattutto dalla criminalità
“Bisogna liberare Foggia dal giogo della criminalità organizzata che non è solo in una ex municipalizzata. Bisogna snidarla e allontanarla sotto tutte le forme con cui si manifesta, dalle estorsioni alle infiltrazioni nell’urbanistica.

di Redazione 


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