Stampa questa pagina

Il sistema bancario strozza famiglie e commercianti. Usura e criminalità in agguato

Il grido della Fondazione Antiusura Buon Samaritano

“La stretta creditizia attuata dal sistema bancario nei confronti delle famiglie, commercianti ed imprese ha raggiunto livelli inaccettabili e non più sopportabili”. Lo afferma a gran voce Giuseppe Cavaliere, Presidente Fondazione Antiusura Buon Samaritano, che secondo gli ultimi dati disponibili dal 1997 al gennaio 2011 ha eseguito 2.675 ascolti di persone in grave crisi economica; prestiti concessi per un importo complessivo di 4.395.582 euro; beneficenze erogate per un importo di 231.233 euro. Perché l’obiettivo della Fondazione è di contrastare e prevenire i casi di usura, di promuovere la cultura della legalità e di sostenere quanti rischiano di finire nelle mani degli strozzini. Ma anche quella di promuovere un’azione di sensibilizzazione ed attenzione verso il tempo dell’usura. Per questo Pippo Cavaliere chiede “un autorevole intervento degli organismi e delle istituzioni preposte” contro la stretta creditizia del sistema bancario.

RISCHIO USURA PER LE FAMIGLIE INDEBITATE - “Sono ormai parecchi mesi che il numero di famiglie, in crisi di liquidità e che non riescono più a soddisfare esigenze primarie, è in crescente aumento. Ancora più preoccupante è il fenomeno, sempre più ricorrente, dei ritardi nel pagamento delle rate di mutuo, a seguito dei quali il numero delle procedure esecutive ha subito, nell'ultimo anno, un incremento del 20% circa. E facile immaginare – scrive Cavaliere - come, davanti al rischio di perdere il bene casa o di chiudere un'attività e di veder vanificati anni di sacrifici e di duro lavoro, sia facile cedere all'illusione di risolvere (solo momentaneamente) il problema, ricorrendo al mercato illecito del denaro, indebitandosi con gli usurai e finendo in un vortice che, molto spesso, conduce al tracollo finanziario ed alla perdita del bene casa”.

ANCHE LE IMPRESE A RISCHIO – E se le tasche delle famiglie non se la passano molto bene, la situazione delle imprese non è molto differente. “Lo stesso discorso vale per imprese e commercianti, ai quali, in un momento di profonda crisi economica, nella migliore delle ipotesi le banche negano aiuti, in altri casi chiedono addirittura il rientro immediato delle esposizioni. Ed anche per loro, purtroppo, il ricorso al mercato illecito del denaro rappresenta l'estrema ratio, favorendo così le condizioni per la più classica delle infiltrazioni della criminalità nel tessuto economico e produttivo del Paese – prosegue Cavaliere - . Per dare un'idea di quanto il sistema bancario stia venendo meno al suo dovere di sostenere l'economia, faccio un esempio. Un istituto di credito ha recentemente rifiutato la concessione di un prestito di 77.000,00 euro assistito dalle seguenti garanzie: reddito annuo del richiedente di oltre 35.000,00 euro, garanzia cash prestata dalla Fondazione di 54.000,00 euro, garanzia personale di un parente del richiedente percepiente una pensione annua di circa 24.000,00 euro, ed infine una garanzia ipotecaria su un'unità abitativa stimata, dallo stesso istituto di credito, ben 300.000,00 euro! E tutto questo non è bastato alla banca per assumersi un rischio di soli 23.000,00 euro”.

 

DISAGIO SOCIALE – La mancanza di denaro per riuscire ad affrontare le spese di tutti i giorni rischia di allargare lo specchio del disagio sociale. “Da non sottovalutare, infine, un altro importante risvolto sul piano sociale: il crescente disagio economico vissuto, a volte con disperazione ed angoscia, da tante famiglie e la conseguente necessità di far fronte ad esigenze vitali per il sostentamento giornaliero, crea purtroppo – conclude Cavaliere - terreno fertile per l'arruolamento di manovalanza da parte della criminalità”.

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload