Il teatro in carcere: Pino Casolaro nella casa circondariale tra
spettacolo e riflessione
Giovedì 27 aprile alle ore 10,15, l’Officina teatrale - Teatro dell'accorgersi sarà con l'Associazione Memoria Condivisa nella Casa Circondariale di Foggia per rappresentare ai detenuti/e lo spettacolo teatrale "Il teatro? Il teatro! Semiseria prova d'attore sulla necessità del teatro e non solo" di e con Pino Casolaro. Performance d'attore solo, lo spettacolo è vicino al traguardo delle cento repliche ed è stato rappresentato, già dalla sua prima versione “Voce per un testo”, in teatri, cortili, scuole e chiostri di tutta Italia e all’estero, dal teatro dell’Università di Amman in Giordania al festival “Una piazza per teatro” di Figline Valdarno in Toscana, dalla kermesse “Apriti cielo” nell’ex ospedale psichiatrico di Lecce al teatro dell’Accademia delle Arti di Novi Sad in Serbia.
LO SPETTACOLO. Costruito per dar corpo a un “living theatre”, in modo da rendere possibile continui cambiamenti in relazione allo spazio di rappresentazione e al pubblico cui si rivolge, lo spettacolo è aperto alla partecipazione dialogata del pubblico, per ricercare l'elemento ultimo del fare teatro: il rapporto 'vivo' tra attore e spettatore. Teatro di sintesi e di incontro, lo spettacolo è un viaggio poetico/tragico/comico ricordando Valantin, Lorca, Savinio, Sofocle, Cervantes, Rostand, Trilussa, Anouilh, Campanile, Pellicanò, De Curtis, Pullecenella, Capone, Curci, Bencivenga, Rodari, alla ri-scoperta dei personaggi incontrati da Casolaro nella sua ormai pluridecennale carriera, tra improvvise imboscate e fragorose risate, sempre in compagnia del dubbio che possa mai esistere il personaggio oltre la persona e il teatro oltre la vita ( o la vita oltre il teatro?).
L’ASSASSINO DEI SOGNI. L'appuntamento si inserisce in un più ampio progetto di riflessione sulla carcerazione, che da anni Mario Arpaia propone con l'associazione Memoria Condivisa. Con le parole dell'ergastolano Carmelo Musumeci nel suo libro "L'assassino dei sogni": "Carmelo, grida più che puoi che la cultura ti ha reso libero. Urla a milioni di persone che la cultura rende liberi e la libertà rende felici. Fai anche capire, senza urlarlo, che spesso crediamo di essere liberi ma abbiamo ai polsi bracciali con lunghe catene."
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